lunedì 5 dicembre 2011

Due mesi dopo e oltre...

Sono passai più di due mesi dall'ultimo post. E' davvero difficile ricominciare a raccontarsi.
In questo periodo sono successe tante cose, non sto lavorando, tatagi è partita per le filippine, abbiamo festeggiato il compleanno di pupetta, il mio, papàgi sta cercando casa a milano e siamo in attesa di Più.
E' questa la vera novità, ho ancora timore a dirlo, ma siamo tutti felici di questa novità.
Adesso io e pupetta stiamo aspettando di trasferirci a Milano, anche se ci sono tante difficoltà per la ricerca della casa: Nonnoeffe e nonnaemme ci hanno aiutato a fare già tanti pacchetti. Insomma, io e Pupetta siamo pronte...
E adesso parliamo di pupetta, è diventata grande all'improvviso, racconta favole, recita tante poesie e filastrocche, canta tutte le canzoncine con cui ho allietato le nostre giornate dalla sua nascita...a volte dice delle frasi che lasciano tutti a bocca aperta...siamo già arrivati alle invenzioni di parole e fatti!
E' una bambina dolcissima (coredemamma), mi riempie di baci e carezze e mi dice "tanto, tanto", che poi è il suo modo per dirmi che mi vuole bene: Ma fa anche tanti capricci e sembra diventata un po' paurosa, a volte basta lo squillo del telefono o il suono del citofono per farla sobbalzare. Sente la mancanza di papàgi. Quando c'è lui, infatti, è un'altra bambina, sorride e abbraccia "tutti insieme" e poi mi dice "bacino mamma" per dire che devo dare un bacio a papàgi.
Adesso siamo a casa di ziaeffe. Nessuno vuole che stiamo a casa da sole e quindi ogni tanto siamo in giro, anche solo dall'altra parte della città.

mercoledì 28 settembre 2011

Arrivi e partenze

Ieri è partito papàgi per Milano.
Io, lui e pupetta abbiamo trascorso un we lungo a farci coccole, dormire abbracciati, a giocare, a fare l'apeitio, e a riposarci anche un po'.
Pupetta non sta in sè dalla gioia quando sta con papàgi. Si vede che le manca perché quando c'è, gli prende la mano e gli chiede "ochiamo con babbapapà?", "ocare me papà?" e lo tira verso i suoi giochi. E quando mangia vuole fargli vedere com'è brava a farlo da sola, e poi gli fa vedere il piatto e si aspetta un bell'applauso per aver mangiato tutto...
E quando si veste, cioè quando la vesto io, subito corre da papàgi per fargli vedere il suo bel vestitino.
Ieri che papàgi è partito, ha fatto i capricci quando sono andata via...forse anche perché aveva una gamba letteralmente massacrata da punture di insetti (zanzara, zanzara dice lei grattandosi), una gamba tutta rossa che ho potuto curare con impacchi di pomata solo ieri sera...ma stamattina stava decisamente meglio!
Stamattina i capricci sono iniziati quando ho iniziato a vestirmi...e quando è arrivata tatagi si è aggrappata alla mia gamba piangendo. Spero che sia una solo una reazione un po' eccessiva, ma che non significhi niente di più.
Sono sempre in apprensione per quello che può succedere a pupetta in mia assenza...e purtroppo le ore in cui sono assente sono davvero tante.
Per fortuna oggi dovrebbero arrivare in soccorso nonnaemme e nonnoeffe. Vengono, purtroppo, perché nonnaemme ha un problema a un occhio e anche nonnoeffe, ipocondriaco all'ennesima potenza, non ci vede tanto bene.
Io comunque cerco di vedere il lato positivo della vicenda. Per qualche giorno ci saranno loro a farci compagnia.

giovedì 22 settembre 2011

Certe notti...

...è difficile dormire tranquilli anche se c'è al tuo fianco pupetta, ma papàgi non c'è
...la piccola lampada nel corridoio non vuole più accendersi e lasci accesa la tv ad illuminare l'oscurità
...ti svegli, guardi l'orologio, ti alzi e vai in cucina, poi in bagno, ti metti a letto, ti giri e ti rigiri e poi ti alzi, guardi l'orologio e vedi che sono passati solo 10 minuti dall'ultima volta
...ti metti una mano sulla pancia, sperando di sentire qualcosa
...e preghi
...e poi finalmente la stanchezza vince sull'ansia e a svegliarti sono le manine della tua piccola, in attesa che torni papàgi è davvero tanto
e pensi che un'altra nottata è passata

mercoledì 21 settembre 2011

C'era una votta...

"C'era una votta...una babbima...e si (ch)iamava 'ovanna...."
Da qualche sera, pupetta vuole raccontare le favole "da tola". Pure questo.
Marzullianamente si fa una domanda: (Ch)e fa 'ovanna?, e si risponde "legge".
Sfoglia i libri e comincia "c'era una votta...una babbina..." a ripetizione. Salvo nominare qualche volta il nome di qualche animale disegnato sul libro.
Qualche volta riusciamo far sentire queste favolose favole anche a papàgi che, a Milano, finisce di lavorare anche più tardi che a Roma.
Intanto io e pupetta facciamo il conto alla rovescia al suo arrivo. Dovrebbe venir giù il prossimo we, e noi ci aspettiamo tante "coccole".
Il fine settimana scorso invece lo abbiamo trascorso a casa di zia chicca. Con lei, io e pupetta abbiamo avuto una vita mondana molto intensa, fatta di aperitivi, cene al ristorante, passeggiate a Villa Borghese e poi tanti, tanti incontri.
Zia chicca impazzisce per la sua pupetta e pupetta lo sa e un po' se ne approfitta...

venerdì 16 settembre 2011

Quando finisce?

Cosa ho scritto ieri?
Che le giornate passano in fretta? Niente di più falso. Le giornate non passano mai e non solo perché mi mancano pupetta e papàgi.
Il lavoro è diventato noioso, passo tutto il tempo in redazione senza un obiettivo preciso.
Non era così fino a poco tempo fa. C'erano giorni che non riuscivi neanche a mangiare. E adesso invece devo inventarmi il modo per passare il tempo. Pensare che avevo tanto sognato di fare questo lavoro perché non mi piaceva l'idea di stare dietro una scrivania. E adesso mi ritrovo a dovermi alzare ogni tanto dalla sedia per cambiare posizione...
E' vero che fare questo mestiere è sempre meglio che lavorare...ma per quanto tempo si può resistere a questa totale mancanza di stimoli?
Mancano 20 minuti, se ci riesco anche qualcosa in meno, e poi andrò a casa.
Questo fine settimana papàgi non verrà, e quindi io e pupetta ci trasferiremo a casa di zia chicca. Questo un po' mi consola. Non ho voglia di rimanere solo nel fine settimana.
E penso che anche per pupetta sia positivo cambiare un po' d'aria.

giovedì 15 settembre 2011

Uno sfarfallio

Passano in fretta queste giornate con papàgi lontano, a Milano.
Passano con infiniti sensi di colpa.
Per il lavoro, mi sembra di venire in redazione solo a fare presenza.
Per la mia persona, mi sento molto trascurata.
E soprattutto, ovviamente, per pupetta.
Stare 10 ore lontano da lei mi pesa come un macigno. Correre non basta, sta troppe ore con tatagi, lontana da me, lontana da papàgi e pure da zia chicca.
Quasi tutti i bambini della sua età la mattina vanno all'asilo. Immagino che anche al parco non abbia la possibilità di vedere molti bimbi, la mattina.
Ma c'è uno sfarfallio dentro di me che mi fa sperare che presto ci riuniremo a papàgi e che io e lei potremo passare più tempo insieme.

mercoledì 7 settembre 2011

Istantanee di un'estate

E' ormai più di una settimana che siamo rientrati a Roma, e nel frattempo sono anche partiti papàgi, zio gigi e zia chicca.
L'estate sembra ormai un lontano ricordo. Mi manca il mare e la possibilità di trascorrere tutto il mio tempo con papàgi e pupetta.
Ma non voglio lamentarmi, penso che l'estate sia stata molto generosa.
Pupetta è cresciuta tanto, in peso, in altezza...ma soprattutto come persona. Ha imparato ad amare il mare fino al punto di riuscire a galleggiare da sola per qualche secondo, a voler "notare tola", senza braccioli e ad andare sott'acqua spaventandosi solo un po'.
La mia bambina, che adesso ha poco più di 22 mesi, ha cominciato ad apprezzare la compagnia dei suoi coetanei - e spesso anche quella dei bimbi un po' più grandi - e a voler andare in "pazza" per "giocae bimbi palla".
E poi parla, momento dopo momento arricchisce il suo vocabolario con nuove parole mentre le frasi diventano sempre più lunghe.
Pupetta è diventata più socievole ed è molto simpatica. Recita filastrocche e racconta poesie...e poi sa cantare tutte le canzoncine che le ho cantato in questi mesi...compreso l'inno nazionale. Alcune canzoni poi vuole cantarle tutte "da tola".
"Girotondo
faffa mondo
casca terra
tutti terra"
ma poi c'è anche

"Volaeee ooooooo
cantaeee oooooo (la R è un'opinione)
in bu, dipito di bu
feice stae lassù
e vola vola feice
più sù
volaee  oooooo"

"La notte piena di stelle
fa sognae cose più belle, più belle, più belle, più belle, più belle (qui esagera un po')"

E' diventata una signorina la mia pupetta, con i suoi vestitini svolazzanti e il suo taglio di capelli "corti, corti" per i quali ho pianto un pomeriggio, convinta che averle tagliato i boccoli (zinzili secondo nonnapi)  fosse stato un grande torto per cui chiederle scusa.
Adesso mi piacerebbe che andasse all'asilo per stare con gli altri bambini e non 10 ore con una tata. Nonnaemme le ha comprato un trolley che diventa uno zaino, lei se lo fa infilare, poi si infila il panama e prende il passeggino e dice "io passeggio". Vuole uscire, io penso che voglia scoprire il mondo. E io voglio aiutarla.

lunedì 5 settembre 2011

Sono partiti tutti

Ebbene sì. Alla fine settembre ha visto partire papàgi per Milano, ziogigi per New York, zia chicca per L'Aquila, e anche nonnoeffe e nonnaemme sono rientrati oggi in Calabria.
Stasera ci sarà tatagi a dormire con me e pupetta. Domani c'è uno sciopero generale che, se tatagi non fosse già a casa nostra, le impedirebbe di venire e a me di andare a lavoro.
Per me e pupetta sarà un'altra nottata in compagnia.
Al momento ancora non so descrivere le sensaioni che sento, a volte di abbandono, di sconforto. In altri momenti sono più ottimista e penso che la mia famiglia si riunirà presto a Milano, come vuole papàgi, per accompagnarlo e sostenerlo in questa sua nuova sfida, che un po' è anche mia e di pupetta.
Non ero ancora pronta a scrivere, ma ho dovuto farlo per rompere il silenzio dietro cui mi stavo nascondendo da qualche giorno.
Devo pensare alle cose belle che questa estate ci ha regalato e devo annotarle per farle leggere a pupetta quando sarà grande.
Quindi, cara mammavi, togliti dalle dita questa polvere, e comincia a raccontare i doni dell'estate!

mercoledì 3 agosto 2011

E' arrivata la lettera

E' arrivata. La lettera in cui papàgi viene promosso.
Ma questa promozione passa per il trasferimento a Milano dal 1* settemnre.
Lui vuole partire, non vede l'ora di partire.
Pupetta è ancora troppo piccola per capire. Io sono contenta per lui. E' giusto che segua le sue ambizioni, io - lo dico e lo ripeto - lo sosterrò sempre nelle sue scelte.
Mi ha detto che staremo divisi per poco tempo. E mi ha invitato a essere forte perché per un po' sarò da sola a occuparmi di pupetta.
Devo credere al fatto che la lontananza sarà breve e sarò forte per me, per lui, per pupetta. Spero di riuscirci.
Il 1* settembre, visto permettendo, partirà anche ziogigi per New York.
Se ne andrà, per un paio di mesi, anche zia chicca. E' entrata nella scuola di specializzazione di neuropsichiatria infantile e le tocca fare un periodo a L'Aquila. Lei dice che tornerà tutti i fine settimana e starà sempre con noi.
Io e pupetta, per ora, siamo le uniche a rimanere qui a Moma.
Si sente che sono già nostalgica?

martedì 2 agosto 2011

Vaiè

"Mammaaaa, mammaaaa....Vaiè".
Se non rispondo subito a pupetta, mi chiama per nome. Ormai lo ha imparato benissimo per esteso, così come ha imparato il suo e quello di papàgi. Mi diverte sentirle pronunciare il mio nome, anche se poi le ricordo che per lei sono "mamma". Sarà giusto così? Non lo so.
E' un altro regalo delle vacanze calabresi, oltre a una certa dimestichezza nel fare i biscotti, mangiare da sola con la forchetta, bere al bicchiere, pettinarsi e lasciarsi fare i coini (codini) e portare un numero consistente di cciali (bracciali) e cuane (collane).

Ieri il primo giorno con tatagi è andato bene. Pupetta le ha riservato una grande accoglienza, "ciao gina", le ha detto e pare che lei si sia emozionata. Per tatagi pupetta è cresciuta tanto in queste ultime 3 settimane, ma secondo me è solo che le è mancata un po'. D'altronde coccolare pupetta per tatagi è un po' come coccolare sua figlia che è ancora nelle filippine.
Buone notizie anche dal parco. Pupetta mi è sembrata più socievole, altro dono del mare, l'ho vista avvicinarsi ai bambini per giocare con loro, ha dato la manina a G., si era persino ricordata che la palla che stava per terra era sua. Poi ha colorato seduta al tavolo con altre bambine...sarà pronta per l'asilo?!
E poi è andata sul triciclo...e pedalava!!! Certo...un pochino l'aiutavo anch'io. Però pedalava! D'altronde le ho insegnato a fare la bicicletta straiata sul letto, enta e veoce (lenta e veloce) e ieri le ho spiegato di fare quegli stessi movimenti mettendo i piedi sui pedali. E' stata bravissima...tutta sua madre!

lunedì 1 agosto 2011

Siamo tornati...a Moma

Ieri siamo tornati a Moma, come dice pupetta.
E' finita la parte calabrese delle vacanze. Siamo state bene al mare con nonnoeffe e nonnaemme, una camionata di zii e zie e un tir carico di cugini e cugine, tutti affettuosi e desiderosi di spupazzarsi pupetta.
In queste tre settimane, pupetta ha imparato ad apprezzare il maie, a fare in bangio e i fuffi; ha imparato a nuotare come la taruga i maie, come il efino (delfino) e i pesci. In acqua, sempre appiccicata a mamma o a papàgi (che ci ha raggiunto per trascorrere con noi gli ultimi giorni di vacanza) la sentivi sicura chiamare "pesci, veite qui, giocae vanna"...ma sempre appiccicata però...
Pupetta ha imparato a sbattere i piedini per stare a galla e le mani per fare le "bolle". Un pianto disperato per un capriccio di cui non ricordo il motivo ci ha mostrato un molare (o è un premolare?) e non si sa bene se sia uscito anche l'altro.
Siamo state a Tropea, dove pupetta ha dimostrato di gradire la sabbia bianca, il mare limpido, i paccheri al pesce spada, e a Pizzo dove ha mangiato il famoso tartufo sporcandosi completamente il viso - e anche il vestito - di cioccolato (inutile dire che era bellissima con quel musino tutto sporco, vero?).
A mare, pupetta si è aperta agli altri bambini, ha imparato a fare castelli, ha goduto di lunghe passeggiate sulle sabbia morbida, ha imparato a dire alle onde "nente schezzi", a raccogliere sassi per riempire il secchiello, a raccogliere fiorellini.
Ma soprattutto questa vacanza ci ha rivelato il grande vocabolario di pupetta. La mia bambina (coredemamma) ormai parla tantissimo, ripete tutto ma proprio tutto. Capite che voglio dire? Che se ti scappa una parolina sbagliata e lei capisce che non si dovrebbe dire la ripete a manetta!!!
Qualche parolina devo appuntarla perché altrimenti la dimentico.
Sali, scendee, 'nbacciomamma, picci no (capricci no), checchecche è diventato proprio coijo (coniglio), ape, caallo, mentre la mucca è ancora mumu, gatto, latte, banana, tanto, pasta...alcune parole le scandisce benissimo e poi c'è la favola che per lei è butta: cenerentla, baggio (paggio), bingi (principe), ballo , stacci (stracci), palpa (talpa), fata (smemo)iina tutta vestita di oosa (rosa), estito (vestito), poi c'è la favola di peter pan con pite e endi; la filastrocca di arcibaldo tutta ciccia, dieta, chili, etto, digiunae, petto (sospetto), iancia (bilancia).  Poi ci sono tante canzoncine che conosce già: fra martino, il tenino lungio lungio, le manine laboose (laboriose), un cocomero tondo tondo, la vecchia fattoria...
E ancora questa vacanza - che a pensarci ora che sono al lavoro mi sembra sia stata brevissima - mi ha rivelato una pupetta vanitosissima. "Questa è colpa tua", dice papàgi che però, secondo me è contento di quanto la sua stellina (così la chiama ogni tanto) sia già attenta ai particolari. E' solo che sia a me che a papàgi questa sua attenzione sembra un po' eccessiva per la veneranda età di 21 mesi di pupetta...quando deve uscire, si rivolge e chiede "ponta? uppamo?", e io le rispondo a seconda del momento. Poi comincia, "mamma, bossa (borsa)" e in genere sceglie anche lei, e poi ancora "mamma ccali (occhiali)" e "mamma ppello (cappello)". E quando ha tutto, di nuovo "mamma ponta? uppamo?".
E usciamo...

p.s. Quando ha dimenticato di prendere la borsa prima di uscire di casa, ha cominciato a piangere in pazza (piazza) dicendo "bossa, bossa" e le ho dovuto dare la mia. Per ora sorvolo sulla passione per i ventagli...

mercoledì 20 luglio 2011

Tola

A Pupetta è venuta la sindrome dell'indipendenza.
"Tola", vuole bere. "tola" vuole mangiare", "tola" vuole salire e scendere gradini molto alti, camminare, vestirsi:
Lo ripete continuamente "tooola". Mi sembra che in vacanza stia crescendo velocemente. Ripete ogni parola che sente, scandisce bene paroline che prima accennava appena, canta canzoncine, recita le sue favole preferite - Cenerentola e Peter Pan - e ripete filastrocche, Arcibaldo tuttaciccia e Il topolino furbetto. Ieri mi ha persino detto, "amoooe vita mia", ripetendo "sei l'amore della mia vita" che io le dico continuamente. Mi ha lasciato senza fiato.

Ieri era il compleanno di nonnoeffe che si è emozionato quando pupetta gli ha fatto gli auguri. E anche ieri sera, quando siamo tornati dopo aver festeggiato fuori, nonnoeffe si è messo accanto a pupetta che già dormiva. L'ha accarezzata, ma non so che cosa le ha sussurrato. Ho spiato da lontano, volevo lasciarli soli, volevo lasciar solo nonnoeffe, felice di aver festeggiato il suo compleanno con la sua adorata nipotina.

Adesso vado a preparare la pasta con il pomoioio (così è diventato il momomo), approfitttando di un riposino mattutino dovuto al fatto che non siamo andate al mare causa maltempo.  Speriamo che la pioggia passi presto, pupetta sta diventando davvero brava a gestire il tempo a mare.

lunedì 18 luglio 2011

Il mare è mio amico

Pupetta è diventata un pesciolino. Dopo aver passato il primo giorno di mare accozzata a me, adesso sta sempre in acqua. Sapevo che sarebbe successo. E' stato divertente verificare ogni mattina i cambiamenti di atteggiamento verso il mare, la sabbia, il sole, gli altri bimbi.
Adesso quando arriva saluti tutti con la manina, poi comincia a dire "maie, maie", anche se all'inizio se ne sta ferma sotto l'ombrellone. poi comincia a mettere i piedi in acqua e poi guarda il mare e accenna a dire qualcosa che io non capisco, forse un patto tra loro due::::
poi a poco a poco tra un urlo e un gridolino riesco a immergerla nell'acqua e allora la senti "pesci, a qua, ocare vanna" che tradotto sarebbe "pesci venite qua a giocare con pupetta". Poi chiama ruga - tartaruga - e il delfino.
E poi chiama l'onda e la invita a non fare schezzi. Pupetta è piccola lo so, ma io già le ho detto che dell'onda non deve fidarsi, e al mare non deve mai dare le spalle. Quando sarà grande capirà.

mercoledì 13 luglio 2011

Il bagno può attendere

Da domenica io e pupetta siamo in calabria, da nonnoeffe e nonnaemme.
Siamo venute al mare cercando di evitare l'inferno di caldo che si è scatenato in città.
Pensavo che pupetta si sarebbe subito innamorata del mare, piace tanto sia a me che a papàgi e anche lei, l'anno scorso, adorava stare in acqua.
Ma quest'anno è diverso, lo chiama - maie, maie - ma non ne vuol sapere nè di andare in acqua nè di camminare sulla sabbia. E sta attaccata a me come una cozza. Mentre gli altri bambini si divertono a stare a mollo in acqua miracolosamente limpida e calma.
Quato ai rapporti con l'universo che abbiamo trovato qui, alterna grandi slanci di simpatia a una ritrosia totale che la fanno nascondere dietro la mia gonna.
Però sta diventando davvero pericolosa,  ripete tutto ciò che sente e telefona all'impazzata

venerdì 8 luglio 2011

E' buunoo l'aperitivo!

Ma quanto è buunoo l'aperitivo? Tanto dice pupetta.
E sì che ieri sera si è davvero divertita. Papàgi a casa (ha lavorato lo stesso) per permettere a me di lavorare fino a tardi, un passaggio da gusella per comprare due paia di scarpe (so che sto sbagliando, losolosoloso), uno dei quali è stato indossato immediatamente e via verso piazza di pietra per l'aperitivo.
Io, papàgi e pupetta ci siamo goduti un bel tramonto in una piazzetta accogliente. Avevamo bisogno di distrarci un po', di provare a rilassarci.
L'atmosfera è piaciuta anche alla piccina. Succo di frutta, pizza ripiena in un mano e una patatina (neanche terminata) nell'altra mano, ed ecco il suo debutto all'aperitivo.
Per cercare di approfittare del momento di relativa calma, abbiamo anche pensato di fare un passaggio da Pizzarium, dal mitico (così viene definito nel web) Gabriele Bonci. A vederlo da fuori il locale non entusiasma, ma la pizza - come ha detto papàgi - è di un altro pianeta. Ha gradito anche pupetta, ma le cose buunee le mangia volentieri!

giovedì 7 luglio 2011

Un'esplosione di parole

Il vocabolario di pupetta si arricchisce ogni giorno e i suoi discorsi si allungano.
Mi sorprende con le sue rispostine brevi, quando le dico qualcosa e mi fa sciogliere con i suoi sorrisi e mi dice "ancooaa" quando vuole continuare a fare un gioco. E invece è decisa quando mi dice, "no basta" e non vuole più mangiare, anche se quello che le avevo preparato come pappa "èbbuno". Adesso si è fissata con il "pollo" (lo dice proprio così) e con la "pizza", ma ha una passione anche per il "eato" (gelato), "paie" (pane), "mela", "pera" e ovviamente la "banaia" (banana). E non riesco a farle mangiare la meravigliosa frutta estiva...
Lo so, è una roba da non credere, ma fa grandissimi progressi con la lettura. Riconosce - scrivo così perché secondo me più che leggere riconosce il disegno - le parole giallo, verde, rosso. Stamattina ha persino letto mamma e papà.
E ziachicca - non a caso si sta specializzando proprio in questo - mi ha detto che devo lasciarla in pace e farla giocare. Ma è lei che che appena vede una "catta" vuole anche la "penna"....e scrive dappertutto, con qualsiasi cosa, anche con i cucchiai. Chi non ci crede, può chiedere ai muri di casa mia.

mercoledì 6 luglio 2011

Speriamo che ci guardi da lassù

E' stato un fine settimana emotivamente e fisicamente intenso quello che è appena trascorso.
E' morta la ziagi, la zia di papàgi. Soffriva da più di un anno, purtroppo non siamo riuscita a salutarla.
Per rispetto ho fatto partecipare pupetta a tutti i momenti del suo addio. Non credo che ricorderà niente, purtroppo neanche tutto il bene che la ziagi le voleva.
Speriamo che ziagi abbia finalmente finito di soffrire.

lunedì 27 giugno 2011

Adesso ancora di più

Quest'ansia per quello che succederà mi occupa la mente costantemente.
Non voglio dividermi da papàgi, non voglio che pupetta veda il suo papà solo nei fine settimana.
Posso accettarlo per qualche mese, ma poi dovrò prendere una decisione.
Sono pronta a lasciare tutto e ricominciare da zero, magari con un lavoro meno garantito e meno soddisfacente. Ma sono pronta a farlo, per la mia famiglia.
Se rinunciando a me, potrò salvare la mia famiglia, lo farò.
Sperando che sia la decisione giusta.

A piccoli passi verso la separazione

Domani papàgi andrà a Milano per definire gli accordi in vista del suo trasferimento.
Mi dice e mi ripete che staremo lontani per poco tempo. A me invece sembra una vera e propria separazione.
Da quando è nata pupetta non avevo più gli attacchi di ansia da separazione, da abbandono. Non ho fatto in tempo ad abituarmi a stare tranquilla che è arrivata la mazzata.
Lui deve seguire la carriera, me lo dico e lo ripeto. Glielo dico e glielo ripeto.
E' giusto che io, sua moglie, lo invogli a seguire e inseguire le sue ambizioni.
Ma mi fa male pensare che noi resteremo qui e lui andrà via, e che questo lo renderà felice.
Come faccio a essere ottimista?
Per me questo è il primo passo verso la divisione della nostra famiglia.

venerdì 24 giugno 2011

You are not even here

Questo verso chiude una poesia che ho letto oggi.
Mi ha colpito, tu non sei nemmeno qui. Mi viene da ripeterla, continuamente.
Ma non so a chi mi sto rivolgendo.
In questi giorni mi sto sforzando di mantenere la calma, di non cedere ai nervi. Ma vorrei partire. Mi sento soffocare. Mi sembra di non riuscire a decidere niente della mia vita. Neanche quando dormire.
Mi manca casa mia. La chiamo ancora così casa dei miei genitori, casa mia.
Mi manca il mio paese. Vivo a Roma da molti anni, quasi metà della mia vita l'ho passata lontana da casa ormai.
Eppure è da qualche giorno che la mia mente torna alla mia infanzia, anzi alla mia adolescenza. A quella febbre di vivere che ci prendeva quando arrivava la primavera e poi scoppiava con la chiusura della scuola e i primi giorni a mare.
Poi arrivavano i nostri amici dalle città, accompagnati dai genitori a casa dei nonni per le vacanze estive.
Il Paese si popolava, le passeggiate, i sorrisi, i gelati, le ciliegie raccolte mentre si facevano le corse in bici.
E poi il motorino, gli inseguimenti sulla strada del mare.
Il sole che ti brucia il viso.
Addormentarsi con la speranza che il giorno successivo avrebbe regalato nuove sorprese.
You are not even here.
Forse è rivolta proprio a me.

giovedì 23 giugno 2011

E allora ditelo...

Passata la paura per la scarlattina - anche se pupetta prende ancora l'antibiotico - ci pensa papàgi a farmi stare preoccupata. Sta lavorando tanto - perché lui deve andare a Milano, altrimenti si licenzia (ma questo è un altro post, forse) - talmente tanto che gli è venuta la febbre. E hon dovuto anche insistere per fargli prendere la tachipirina. E lo so che mettere una "suppostina" per un uomo è una tortura, ma ti sta bene anche un po' perché anche io avrei preferito avere a casa la tachipirina effervescente quando mi serviva...
Siccome però sono brava, in fondo, ma in fondo, prima di andare a lavorare sono andata in farmacia caricandomi in braccio pupetta che, pensando di andare al parco, non è voluta salire sul passeggino.
Erano le 9h20, ma c'erano già 40 gradi all'ombra.
A che serve mettersi un vestitino carino - che ancora chili ne devi perdere,è vero, ma almeno ti vesti carina - se poi con spesa, pupetta in braccio devi camminare sotto il sole e ti vengono le guance rosse - e non sono belle come quelle del primo amore - e i capelli a carciofo, e quando finalmente saltando da un autobus all'altro - perché quando servono i centralini taxi non rispondono mai - e quando arrivi finalmente a quella conferenza stampa che per fortuna non comincia proprio puntuale la collega ti chiede se sei allergica perché hai gli occhi un po' gonfi. ALLERGICA? OCCHI GONFI? E' una settimana che non dormo. Stanotte mi è perfino toccato dormire sul divanoletto perché papàgi aveva la febbre alta e per evitare di essere contagiata immediata anch'io mi sono spostata.
E comunque anch'io non mi sento tanto bene...
Solo che devo fare finta di niente, tenermi i miei dolori e le mie delusioni fortissime - che questa volta quasi, quasi ci credevo...avevo pure la nausea. Per ora non ho neanche voglia di piangere.
Dulcis in fundo, tatagi è arrivata tardi e va via presto.
Le cose o le facciamo bene o niente...

lunedì 20 giugno 2011

Amoooee

"Pupetta, che ti dice sempre mamma?"
"Amoooee".
"Amore mio, vita mia, mi riempi il cuore". E poco importa se abbiamo passato il vero primo week end d'estate a casa per la tua scarlattina, se dovevamo andare al mare dai nonni in Puglia e abbiamo perso i biglietti.
E' passata anche la paura di una febbre alta giovedì sera. Per fortuna papàgi è venuto subito a controllarti, poi è arrivata zia chicca mentre io ero in redazione, e poi ha dormito con noi, e venerdì - insieme a papàgi e tatagi - ti ha portato dal suo professore che ti ha diagnosticato la scarlattina, e la sera già il rossore sul tuo corpicino era diminuito.
E che cattivo sapore ha quell'antibiotico, ma lo devi prendere perché così la "buuuua" passa prima. E no, mi dispiace, ancora non puoi uscire.
E però quante cose abbiamo fatto in questi giorni.
Venerdì eravamo tutti con te, io, papàgi, zia chicca, tatagi. Abbiamo ballato, colorato e io e te abbiamo dormito insieme. E sabato mattina, alla solita ora - 5h30 - mi hai svegliato con un sorriso meraviglioso e un botonno (buongiorno) e un taaaoo che mi hanno commosso.
E io e papàgi abbiamo scoperto che sai dire tantissime paroline: abbaia, bimbo, bimba, bimbi, cuoe (cuore), occo-illi (coccodrilli), otango (orango), amooooee, pizza, eato (gelato), sette, otto, due, atto (quattro), ove (nove), caccio (calcio), chea (crema), caia (cara) e altre che adesso mi sfuggono. E ogni volta che volevo darti dell'acqua o la pappa, mi chiedevi "hacalda" (è calda), e io rispondevo "no l'acqua è fresca", e tu "chesca".
E i nonni pensano che sia stata la febbre a farti fare questo scatto di crescita...

giovedì 16 giugno 2011

Con la testa altrove

Pupetta ha la febbre.
La temperatura fa su e giù. Per fortuna c'è zia chicca con lei.
Ma io sto soffrendo a stare qui in redazione. Vorrei chiudere gli occhi e stare già da lei.
Speriamo che la tachipirina faccia effetto presto.

lunedì 13 giugno 2011

Una nuova direzione

Il raggiungimento del quorum per il referendum sembra cosa ormai fatta.
Anche mammavi ieri è andata a votare. Per pupetta, per gli altri bimbi e per far parte di questa nuova corrente che forse davvero si sta levando da più parti.
Mammavi era così convita della necessità di andare a votare che è andata due volte al seggio, la prima aveva dimenticato il documento di identità.
Non c'era nessuno quando ha votato lei, insieme a pupetta. Ma al seggio, gli scrutatori erano ottimisti.
Mammavi ha visto molte persone anziane al seggio, una sua vicina di 91 anni le ha detto di essere andata a votare la mattina prima delle 12h00 "perché sa, è molto importante la prima proiezione. Signora non c'era fila, ma movimento sì. Sono fiduciosa":
Dopo aver sentito queste parole mammavi si è sentita piena di energia e di ottimismo. La gente andrà a votare, deve farlo. E pare che sia proprio andata, la gente. Bravi.
Papàgi, manco a dirlo, non ha votato. E ha cercato di convincere mammavi a non votare.
C'è stato un lungo battibecco sul voto-non voto. Anche perché papàgi sa dove sono conservate le schede elettorali.
"Se non mi dai la scheda ti denuncio", dice mammavi.
Sorriso, un bacio.
"E' già sul tavolo in salotto".

venerdì 10 giugno 2011

Pasta frolla? Adesso sì!

Pupetta continua a mostrare fastidio quando si sporca le mani, o quando cade un po' di pappa o un po' d'acqua sul tavolo o sul pavimento.
Però sta anche imparando a divertirsi con le manine sporche. Merito innanzitutto dei colori. Oltre a vestiti, muri e pavimenti, le piace colorarsi e colorarmi mani e viso.
Qualche volta contribuisco anch'io a questa pratica, la dipingo e poi giochiamo a fare la guerra agli indiani. Inutile dire che si diverte tantissimo.
Stamattina, complice il fatto che dovevo venire a lavorare tardi (non a caso sono ancora al chiodo alle 18h40) abbiamo fatto i biscottini.
Mi ha aiutato persino a preparare la pasta frolla, degnandosi di immergere le sue preziosi manine nella ciotola in cui stavo "sabbiando" burro e farina. Dopo aver preparato la frolla e aver fatto tante palline, lei le ha schiacciate e poi fatto una bella fossetta in mezzo. Si è proprio divertita, domani proverò a farglieli riempire con un po' di marmellata. Attenti muri!!!

giovedì 9 giugno 2011

Ma i nanetti no

Pupetta vuole parlare. Questo mi ripetono continuamente nonni e zia chicca.
Ma veramente parla eccome, rispondo io. Siete voi a non capirla. Qualche volta, in realtà, non la capisco neanche io.
Però mi diverto troppo a sentire quegli intrugli di espressioni quando si arrabbia perché non le concedo qualcosa che vuole o cade o qualcosa si rompe.
Anzi, per essere precisi, è totto (rotto) lo dice spesso, così come atuuuto (caduto), la lavatrice giiia (gira), neeo (nero), e dice meglio verde (ma non so come scriverlo).
E poi adesso riconosce tutte le lettere dell'alfabeto. E sa leggere quasi tutte, mancano solo F, L, V. E' troppo simpatica invece quando legge la Q e la H. Si vede che si impegna perché le piace sentirsi dire che è brava, ricevere i bacini e anche un applauso, che non guasta mai.
E mi prende anche in giro...appena dico ehi, ahi, nooooooo, tutto, cacca, come si diverte a farmi il verso, la furbetta!
La sera, prima di andare a dormire, raccontiamo insieme le favole, cioè lei interviene quando conosce la parolina che segue al mio racconto.
Le favole più gettonate sono Cenerentola (beia-bella) con le sorellastre (butta), Peter Pan con capitan Uncino a cui il coccodrillo ha mangiato la mane (mano) e anche dodogio (orologio). Seguono Pollicino (toc-toc quando arrivano alla casa dell'orco) e il gatto (mao) con gli stivali. In fondo alla classifica Pinocchio (mao per il gatto e poi baieia-balena) e Bambi.
Biancaneve invece ci sta un po' antipatica. A me sicuramente. A lei non so, ma comunque il libro lo ha distrutto senza che lo avessimo usato troppo. Ma vuoi mettere massacrare tutti quei nanetti? Non portano neanche dolcini...

mercoledì 8 giugno 2011

Mangiare al parco

Dopo qualche giorno di tranquillità, la mamma di piccola G. è di nuovo in preda alla sconforto. G. non è cresciuta, non mangia e non dorme.
Ieri, al parco, eravamo tutte preoccupate per loro, le abbiamo fatto mangiare qualche biscottino insieme agli altri bambini.
Purtroppo non basteranno a farla crescere, a farla aumentare di peso, a darle forza e serenità.
Abbiamo invitato la mamma a portarle da mangiare al parco. Vedremo se accetterà questo invito e se la piccola G. accetterà l'affetto degli amici del parco.

mercoledì 1 giugno 2011

Piccole grandi soddisfazioni

Ieri G. era al parco. Ormai questa bambina risiede nella mia testa. Da ieri però procurandomi meno ansia.
Il pediatra ha detto che non ha più la polmonite e sua mamma, tutta contenta, mi ha detto che dopo aver camminato con me due giorni fa, la tira perché vuole camminare.
Ieri ha persino mangiato la brioscina che le avevo portato.
Ero felicissima. Ho detto alla mamma di portarmi un bel biberon carico di latte e biscotti oggi pomeriggio. Voglio provare a farle dare il biberon dalla mamma mentre io e pupetta le raccontiamo una favola. Pupetta devo assolutamente coinvolgerla!
Ieri G. ha sorriso tante, ma tante volte. Ho visto la mamma darle tanti baci e lei rideva e anche il mio cuore rideva.
Cosa c'è di più bello di un bimbo che sorride per i baci della mamma???

martedì 31 maggio 2011

Dove sei G.?

Ieri G. non era al parco.
Ho guardato, l'ho cercata, ho aspettato perché una mamma mi ha detto che di solito arriva al parco un o' più tardi rispetto a noi.
Ma non l'ho vista. Ho pensato cose brutte, sua madre forse la tenie troppo tempo a casa, forse ha avuto qualche complicazione per la polmonite che le era passata solo qualche giorno prima.
Ormai G. è sempre nei miei pensieri. Il suo viso sempre davanti ai miei occhi. Quel viso sempre triste che a me però ha regalato un sorriso.
Devo fare qualcosa per lei. Purtroppo penso che sia sua madre ad avere bisogno di aiuto.
Non voglio, non posso permettere che quell'angelo continui a soffrire.

lunedì 30 maggio 2011

Non passa mai

Oggi la giornata mi sembra lunghissima.
Mi manca pupetta.
Mi manca ancora di più se penso al sorriso di quella bambina, G.. Una bambina che non ho mai visto sorridere, una bambina che, stando a quello che mi ha raccontato sua madre, ha respirato problemi da quando era ancora nella pancia.
Penso a lei e la mia pupetta mi sembra di averla abbandonata oggi. Proprio stamattina le ho detta, pupetta mamma va a lavorare, adesso tu giochi con papàgi e poi viene tatagi. Va bene amore? Adesso che fa pupetta? E lei: "tate", piange.
Ma come piangi? Tu non devi piangere vita mia perché mamma ti pensa continuamente, mamma ti ama alla follia. E soprattutto mamma tornerà appena possibile.

Il cuore in frantumi

Sono sempre stata sensibile alla sofferenza di bambini, donne e anziani.
Da quando sono diventata mamma, ovviamente, sono diventata ancora più sensibile.
Ieri al parco, una bambina bellissima, una vera bambolina, di poco più di 13 mesi anche se non li dimostra nè fisicamente, nè psicologicamente, mi ha spezzato il cuore.
Sua madre mi era sembrata una persona solare, l'avevo vista da lontano un paio di volte. Invece in pochi minuti mi ha raccontato una realtà diversa, la bimba non mangia, non dorme, non cammina, ha paura di tutto...e tutto, secondo lei, perché vive una situazione difficile in casa, sua mamma ha problemi con il padre, con il nonno...
Io l'ho presa in braccio, le ho fatto fare lo scivolo, le ho fatto fare qualche passettino sul prato. Mentre spingevo pupetta sull'altalena ha teso le braccia verso di me con un sorriso, voleva che io le facessi fare l'altalena. Ma pupetta si è messa a piangere e non ho potuto.
Poi quando l'ho salutata per andare a casa, mi ha teso di nuovo le braccia.
Da ieri non ho mai smesso di pensare a lei. Il suo sorriso e la voglia di essere presa in braccio. Devo fare qualcosa per lei, anche se io sua mamma non so neanche come si chiama. Devo aiutare quell'angelo. Devo assolutamente invertarmi qualcosa. Le ho comprato delle brioscine. Spero di vederla oggi pomeriggio e - sperando che non sia allergica a qualcosa - vorrei provare a offrirle qualcosa che le faccia venire voglia di mangiare.

venerdì 27 maggio 2011

Per un po' devo fermarmi

Da quando ho saputo che papàgi andrà a Milano ho chiamato tutti quelli che conosco per sondare il terreno e preparare anche un mio eventuale trasferimento.
Quando la cosa sembrava incerta, tutti mi hanno risposto che mi avrebbero aiutato, di stare tranquilla perché qualcosa "sarebbe saltato fuori", che sì lui poteva fare quella telefonata, lei avrebbe chiamato quell'altro, e poi sì qualcun altro avrebbe pure cercato di sapere se lì c'era una possibile apertura.
Adesso che la cosa si avvicina, anche se una data precisa non c'è, le certezze hanno iniziato a vacillare. Lo faccio, ma non ti posso promettere niente, lo sai come vanno queste cose.
E io, che ho iniziato a fare questo lavoro pensando che fosse il lavoro più bello del mondo. Io che mi sentivo appagata per aver realizzato il mio sogno di bambina senza dover dire grazie a nessuno, riuscendo a entrare in un settore chiuso a riccio su stesso. Un settore che quando parla di casta sa di cosa sta parlando. Adesso io mi ritrovo, dopo quasi 10 anni, a dover chiedere come se fossi l'ultima stagista. E soprattutto a sentire risposte, vediamo che posso fare, se esce qualcosa tu sei la prima della lista, come se ne dicono tanti proprio agli stagisti. Solo che a dirmi queste parole, come se io non sapessi cosa vogliono dire realmente - anch'io ormai le ho ripetute tante volte - sono miei amici. Persone che questo mestiere me lo hanno insegnato, persone con cui ho diviso giornate per strada...anzi, diciamolo...sul marciapiede. Perché chi fa il mio mestiere consuma i marciapiedi -di giorno-.
La delusione e la disillusione hanno raggiunto vette altissime. La lite con il direttore, l'organizzazione della famiglia che non quadra, il caldo e altri (uno) desideri che non si concretizzano mi stanno logorando. Come quando pupetta non c'era. Come quando pupetta era solo nel mio cuore. Come quando il mio cuore era solo alla ricerca della mia felicità, della mia pupetta.
Ma ora lei c'è, la vedo crescere sotto i miei occhi, tra le mie braccia.
Fa lunghi discorsi incomprensibili (tranne che a me...vabbè, lo ammetto, qualcuno anche a me), dice soggetto-oggetto per la felicità di zia chicca che su questa cosa mi stava ossessionando. Siamo a mamma-pappa e mamma-nanna, mamma-atta (acqua). Risponde a domande nuove tipo: di che colore è il sole, la stella, il cielo?, chi ti ha regalato la zebra?
E' bella come una giornata di sole e dolcissima. Per lei devo fermarmi e riflettere. Per lei devo trovare la soluzione migliore.

mercoledì 25 maggio 2011

Fuori dalla grazia...

Una conversazione con quel subumano del mio direttore può avvicinarmi a un animale ferito, aggressivo e vorace.
Non so come finirà la giornata. E' iniziata male.
Pensa che mi licenzierò per lasciargli una casella libera e fargli assumere qualche sua amichetta. Si sbaglia davvero tanto.
Non mi vuole a Milano perché pensa che potrei rimanere incinta (MAGARI...) un'altra volta e lui, poverino, non ha ancora digerito il fatto che io prima di mettermi in maternità anticipata ho preso un po' di malattia. Che ne sa lui di cosa ho passato i primi mesi di gravidanza e poi dopo, quando non avevo ancora terminato la 34esima settimana e sono stata operata dì'urgenza per un distacco della placenta. E mia figlia è nata 5 settimane prima, è stata in terapia intensiva con bollecine che ci hanno fatto tremare.
No, per lui ho inventato tutto, lui poverino che non sapeva come gestire la redazione perché era estate e gli era stato imposto di farci smaltire le ferie.
No, dimenticati Milano mi ha detto. E' lui che si è dimenticato quando mi chiedeva di trasferirmi perché lì nessuno capiva niente e voleva che seguissi tutto io da Roma.
Adesso il vento è cambiato. Poi dicono che sono le donne che diventano mamme a cambiare. E' il mondo che guarde le donne diventate mamme in modo diverso, come se non fossero capaci di fare altro che le mamme e quello che erano e facevano prima non conta più.

lunedì 23 maggio 2011

...e festeggiamenti sono stati!

A te che hai conquistato il mio cuore lentamente, e adesso sei il mio ossigeno.
A te che sei la mia forza e la mia pazienza.
A te che mi fai disperare quando esprimi le tue opinioni politiche.
A te che proprio non ce la fai a venire a dormire troppo presto e, appena puoi, ti svegli tardi la mattina mentre tutte le altre famigliole felici se ne vanno al mare, in montagna, al parco, a fare la spesa.
A te che sei un padre attento e dolce, ma vorresti che tua figlia non avesse niente a che fare con i "comunisti" (come se ce ne fossero in giro...).
A te che hai deciso di trasferirti a Milano e ci lascerai, spero per poco-pochissimo tempo, da sole a Roma.
A te che sei il mio grande amore e il mio amore grande, tanti auguri di buon compleanno.

Nonnapi e nonnopi sono venuti a Roma. Abbiamo festeggiato ininterrottamente il compleanno di papàgi. Pupetta gli ha fatto trovare un dolcino e un bigliettino accanto alla tazzina del caffè...ma proprio non ha voluto indossare il bavaglino che mammavi le aveva fatto ricamare per l'occasione "I love papà, pupetta"...

mammavi

venerdì 20 maggio 2011

Appena possibile

"Mamma, mamma, tututuratatuatara". O qualcosa di simile.
Tatagi mi ha chiamato perché pupetta chiedeva di me. Parlando al telefono, pupetta mi ha fatto un discorso incomprensibile ai più, ma non a me...
"Torno presto, amore mio. Appena posso scappo da te. Così giochiamo insieme". Questo le ho risposto. Sono sicura che questo volesse sapere.
Ti amo amore mio. Mi manchi tanto quando sono lontana da te.

p.s. dovrei controllare le mie emozioni per non sembrare patetica. ma non sempre ci riesco.

Mare, mare, mare...

...ma che voglia di arrivare fino a te, da te...
Sì, oggi fa davvero caldo qui a Roma. L'unico pensiero è rivolto al mare. Ho voglia di pensare a cose belle.
A pupetta, che da qualche giorno fa lunghi discorsi - incomprensibili per me - ma sono sicura che una mattina svegliandomi mi sorprenderà cantandomi correttamente la canzone dei Barbapapà.
A papàgi, mio marito, mio cuore, mio amore, mia gioia, che tra due giorni compirà gli anni. Speriamo che ci saranno anche nonnapi e nonnogi perché questo renderebbe molto felice papàgi.
A me che ogni mattina ho una paura e ogni giorno ho tanti desideri, tanta voglia di fare, di dare, di costruire...un unicoverogrande sogno.

lunedì 16 maggio 2011

Pare...

...che sia una piccola cosa, che non mi dovrebbe dare problemi.
Io ogni tanto piango, e abbraccio pupetta ancora più forte del solito e mi emoziono a guardare il suo sorriso felice mentre gioca con me.
E piango mentre mi insegue e mi chiama "mamma, mamma, mamma", a ripetizione finché non riesce ad abbracciarmi.
E raccolgo foto e ne faccio tante altre, e cerco di fare filmini, non sono mai abbastanza. Vorrei fermare ogni momento, per non dimenticare neanche un sorriso, neanche un fiato della mia pupetta.
E abbraccio forte papàgi, e voglio dormire appiccicata a lui, anche se non ci riesco perché in mezzo c'è pupetta.
...e allora dormo stringendo la sua piccola manina.

mercoledì 11 maggio 2011

Quella notte in cui ti ho sentito

Due anni fa, esattamente oggi, ho sentito pupetta lottare per restare con me.
Da qualche giorno nonnoeffe sta facendo dei controlli perché ziachicca e ziopigi hanno trovato dei valori fuori controllo. Di colpo la notizia, nonnoeffe ha un cancro.
Ziachicca me lo dice perché anch'io devo fare una cosa per aiutare nonnoemme.
Sono sola a casa, a disperarmi, senza capire realmente cosa sta succedendo. Vado in bagno e vedo la mia pipì rossa.
Comincio a urlare, chiamo papàgi, zia chicca, il mio ginecologo. "L'ho perso, l'ho perso", mi butto a terra, disperata.
Papàgi arriva subito, e dopo un po' anche zia chicca, ziopigi, zia stefi. Mi fanno una puntura. Zia chicca distrutta, è una giornata difficile. Il viso di zia stefi non lascia sperare nulla di buono, il sangue è troppo, ziopigi cerca di farmi calmare. Zia chicca insegna a papàgi come si fa una puntura utilizzando una patata.
Mi lasciano spiegando di non muovermi per nessun motivo. E io resto ferma, immobile, per tutta la notte, con la mano nella mano di papàgi.
E non riesco a dormire, sento lo sfarfallio della mia pupetta (adesso parlo al femminile ma allora non sapevo fosse femmina, ovviamente). Io mi concentro e le parlo.
Le parlo per tutta la notte. E sono sicura che lei mi sente. Non la posso neanche accarezzare, mi hanno detto che le carezze possono portare contrazioni (ancora non so se si tratta solo di una credenza popolare). Ma le parlo, le dico che l'amo tantissimo, che deve farcela, perché io sono sicura che lei è forte, che può farcela. Le dico che deve resistere solo per quella notte, poi avrei pensato a tutto io, sarei stata a riposo, l'avrei coccolata. Cresci, resisti, le dico. Mamma ti ama già perdutamente. Ti ho aspettato tanto e non posso, non voglio perderti. Resisti poche ore ancora, e poi andrà tutto bene.
Così è andata, fortunamente. Abbiamo dovuto lottare anche dopo, pupetta soprattutto, fin dalla nascita.
La mia pupetta ha lottato insieme a me. Ce l'ha fatta, ce l'abbiamo fatta. Nonnoemme si è operato e sta bene. Per fortuna. Per un miracolo. E ogni momento della mia giornata ringrazio.

E' l'unico mese che spero di no

Ieri ho fatto una risonanza magnetica encefalo.
Avevo chiesto al mio medico (ziachicca) se era necessario astenersi dalle coccole con papàgi. Lei mi ha detto di no, però ieri mi ha anche detto di non ricordare che io le avevo fatto questa domanda. Lei è stressata, ha tante cose a cui pensare e anche noi (nonnaemme, nonnoeffe, io) le diamo tanti pensieri. E' normale che possa aver sottovalutato una mia domanda.
Solo che ieri il radiologo ha detto a ziachicca che nell'eventualità in cui dovessi rimanere incinta adesso, non mi consiglierebbe di portare avanti la gravidanza.
Io sono rimasta senza fiato. E' l'unica volta che spero che i tentativi siano andati falliti.

lunedì 9 maggio 2011

Quel mazzolino di fiori...

...e un abbraccio stretto stretto sul lettone prima di dormire.
Un grande regalo da parte di pupetta per mammavi nella giornata dedicata a tutte le mamme.

A tutte quelle donne che ...

...sono nate mamme
...lo sono diventate
...cui è negato esserlo
...lottano per diventarlo
...gioiscono per due linee su un test
...prendono in braccio un bimbo e si sentono al centro dell'universo
...vivono per rendere felici figli e marito
...sono state abbandonate da un(o pseudo) marito proprio mentre mettevano al mondo un figlio
...si fanno strapazzare dai medici per vedersi crescere la pancia
...fanno il giro del mondo per andare a prendere un figlio
...ogni giorno corrono, amano, inventano, fanno sorridere, sorridono, non si riposano mai, vivono per la loro famiglia cercando di non dimenticare se stesse...

Auguri a tutte le mamme, a chi lo è e a chi lo sarà.

Mediamente isterica

Stamattina mi sono svegliata veramente di cattivo umore.
Solo pupetta è riuscita a strapparmi qualche sorriso.
Ma stamattina non sono stata dolce e attenta con lei come al solito. Mi dispiace.
Ho voglia di urlare. O forse no.
Forse avrei voglia di buttarmi da qualche parte, chiudere gli occhi e spegnere la mente. E mi dispiace anche per questo.
Devo cambiare umore. Devo farlo per pupetta, devo farlo per papàgi.
Adesso vado a dare una capocciata contro un muro. Il dolore fisico aiuta a non pensare.

mercoledì 4 maggio 2011

Risposta

Mi ha scritto il capo del personale.
Un'email gentile. Capiscono e comprendono i motivi familiari che mi hanno indotto a chiedere il trasferimento. Purtroppo però non hanno intenzione di integrare posizioni a Milano.
Verificherò che sia così.

martedì 3 maggio 2011

Succede

Abbiamo trascorso delle bellissime vacanze tra Calabria e Puglia.
Anche l'Italia sta bombardando la Libia.
Si sono sposati Will e Kate.
E' stato beatificato Giovanni Paolo II.
E' stato ucciso Bin Laden.
E io ho tanti desideri, unosoloverogrande, e molte paure.

Hic et nunc

Ho chiesto al direttore il trasferimento a Milano, ma non ne vuole sapere.
Organizzo tutto come se io e pupetta dovessimo stare poco, pochissimo tempo lontane da papàgi (e spero vivamente che sarà così).
Intanto mi godo la mia pupetta che ha imparato a leggere le vocali e qualche consonante (B, G, P, V, P). Non per vantarmi con me stessa...ma un giorno vorrà sapere quanto era brava a soli 18 mesi, no?
Certo, per i nonni è un "fenomeno", una "fuoriclasse" e quando provo a dire che fa le cose che fanno tutti i bambini, i nonni mi danno anche della cretina, pare che io non capisca quanto è brava la loro nipotina. Davvero non capisco? Questo è strano...sono stata io a insegnarle quello che sa! Io e papàgi, ovviamente!
E poi corre, si arrampica, balla con me, con i nonni e con ziachicca. E vuole anche vestirsi da sola, prova a infilarsi le calze e le maglie.
Finalmente ha iniziato a prendere il cucchiaino per mangiare da sola, salvo abbandonarlo appena si macchia con un po' di pappa. Quindi, per ora, fa mangiare solo Mumu...così non si sporca!

giovedì 28 aprile 2011

Partono

Parte papàgi per andare a Milano.
Parte ziogigi per andare a New York.
Inizia una nuova avventura. Speriamo bene.

mercoledì 13 aprile 2011

Sospesa

Papàgi vuole andare a Milano. E' un po' che me lo ripete.
Questa volta mi sembra davvero deciso.
Io voglio che lui segua i suoi desideri e le sue giuste ambizioni di carriera, ma è una scelta che porta con sé molte riflessioni.
Non so cosa fare. E io odio non sapere cosa fare. Mi sento sospesa e questo mi destabilizza.

Il leone si è addormentato

Elettra e Leone.
Così si chiamano i due bambini più vivaci del parchetto che frequentiamo io, pupetta e tatagi - papàgi si concede solo la domenica.
La vivacità dei due bambini si esprime con il lancio di tutti i giochi da parte di Leone, con il rischio di fare seriamente male a qualcuno. Quando ha voglia il delizioso bambino usa anche il monopattino o il carrellino (dei piccoli) correndo e cercando di tamponare qualcuno come se fosse sull'autoscontro.
La dolce bambina, quando va bene, quando va bene dallo scivolo in piedi oppure coinvolge le amiche per una discesa comunitaria.
E' ovvio che io mi preoccupo perché pupetta è molto più piccola dei suddetti pargoli. Anche perché, nonostante ti facciano impazzire, io preferisco i bimbi vivaci (non si contano più le volte che ho usato questa parola, mentre vorrei scrivere "vastasi" - in dialetto barese -, "tamarri" - in calabrese - e via su questa linea). 
Dicevamo...i due vivaci bimbi sono sempre accompagnati al parco da nonna quasi-settantenne in ottima forma, forzuta e robusta, lunghi capelli rossi rame (che ricordano la cresta di un leone) tirati sul volto da un cerchietto imponente. La signora veste monocolore, tutta di rosso o di marrone, si siede su una sedia occupandola tutta con grande padronanza e si siede spesso al centro del parco. Non l'ho mai vista preoccuparsi per la vivacità (chiamiamola così) dei suoi nipotini.
Mi è venuto in mente più volte di dirle qualcosa sul comportamento dei bambini. Poi ho riflettuto sul fatto di non aver mai visto la mamma di questi bimbi e mi sono anche fatta dei bimbi, mi sono immaginata storie strazianti cui non voglio neanche accennare e ho lasciato perdere.
Per ora.

martedì 12 aprile 2011

Donne con le gonne

M.: "Tatagi, forse meglio pantaloni a pupetta per parco".
T. : "mmmhh, mmmhh".
M.: "Allora va bene, tatagi, pantaloni".
T. : "uuummmhh".
Mammavi pensa, speriamo bene...avrà capito? Mammavi dice a papàgi, "per favore puoi dire tu - in inglese - a tatagi di mettere solo pantaloni a pupetta quando la porta al parco?, grazie".

Due giorni dopo

M.: "Allora papàgi, come va a casa?"
P. : "Tutto bene, tatagi e pupetta sono andata al parco".
M.: "Bene, oggi è una giornata così bella...a proposito come ha vestito pupetta?".
pausa
P.: "Le ha messo una gonna".
pausa
M.: "Una gonna? Ma io..."
P.: "E' che quando le mette i pantaloni, qualcuno al parco la scambia per un bambino e lei ha paura che pupetta possa avere delle crisi di identità".

Tao Tao

Sarà perché è da Natale che non mi fermo con il lavoro, sarà che pupetta è un po' capricciosa la mattina, il fatto è che sto facendo il conto alla rovescia dei secondi che mancano alle vacanze di Pasqua.
Ogni tanto, la mattina, quando mi preparo per uscire pupetta si agita, piange anche se resta con papàgi.
Io me ne vado dispiaciuta e resto in ansia finchè non chiamo, dopo una mezz'ora, e sento che si è calmata ed è tutto a posto.
Vederla, però, mentre sto per uscire, che mi guarda con gli occhi più dolci che si possano fare e con la manina mi fa "tao, tao", mi provoca una fitta al cuore.

lunedì 11 aprile 2011

La mia felicità

Ho aspettato un po' per scrivere. Sempre indecisa sulla traccia da lasciare.
Adesso scrivo di getto, così senza pensare.
Sai amore mio, due anni fa, il 9 aprile (era giovedì santo), io e papà abbiamo saputo che c'eri tu nella mia pancia. La nostra felicità è stata immensa, il percorso per arrivare fino a te non è stato facile. Fino alla fine abbiamo dovuto lottare per te. Anche se chi ha lottato più di tutti sei stata proprio tu. Tu che sei voluta venire al mondo prima del tempo prefissato, e che mi hai fatto precipitare in ospedale (in realtà mi ci ha portato di "peso" ziachicca) mentre tuo padre era in viaggio per capri, causa lavoro. E dopo un'intera giornata di travaglio sei venuta al mondo, velocemente, con parto cesareo, e ti ho sentito piangere due volte, "ha sentito signora?" e poi ti ho baciato e ti ho detto che eri (e oggi lo sei ancora di più) un capolavoro. E intanto fuori dalla sala parto c'era tuo padre che aspettava di essere chiamato per entrare con me e auitarmi nel travaglio e c'era ziachicca, ziaemme e ziogigi che facevano il tifo per me, ma soprattutto per te. E ziogigi cercava di convincere tuo padre a darti un nome bello e non il suo nome ché sì, è bello, ma un po' tradizionale. Ma quando tuo padre ti ha visto non ha capito più niente, per l'emozione, perché eri troppo bella, e ha deciso che invece ti saresti chiamata proprio come lui...con un'aggiunta mia. E per questo ti ritrovi un nome lunghissimo che neanche Baden Powell. Un nome per cui ci manderai a quel paese quando a scuola ci metteranno cinque minuti per chiamarti e che ti farà dire sicuramente qualche parolaccia quando inizierai a firmare. Ma a noi piaceva così. Perché in questo nome adesso ci sei tutta tu, bella, dolce, simpatica, curiosa, appassionata...e tutto per me è iniziato proprio quel giorno. Quando sono andata a fare quella visita, quasi costretta da nonnaemme. Senza speranza e senza aspettative. Quel giorno sapere che c'eri tu nella mia pancia mi ha fatto nascere a nuova vita.

Il primo bacio

E' vero che questi "bambini di oggi" sono molto più svegli di noi (sono fermamente convinta che questa frase si ripeta così, sempre uguale, dalla notte dei tempi), ma non pensavo che a 17 mesi e poco più fossero già pronti per il primo bacio.
E invece ieri pupetta ha ricevuto il suo primo bacio. Proprio sotto i miei occhi. E io sono rimasta qualche secondo senza parole. Anche perché l'intraprendente principe azzurro ha la veneranda età di 20 mesi".
Siamo uscite con una coppia di nostri amici con bimba, e abbiamo raggiunto un'altra coppia con bimbo.
A furia di dire, "fai una carezza, saluta, fai una carezza, manda un bacino, fai una carezza, camminate vicini, e saluta...", il bimbo si è avvicinato a pupetta e le ha dato un bacino...proprio sulle labbra!

giovedì 7 aprile 2011

Come un ghiacciolo all'equatore

M: "Come sono le sorellastre di cenerentola?"
P.: "Butta".
Sì amore mio, sono brutte e antipatiche le sorellastre di cenerentola e invece tu sei bellissima e mamma ti ama tanto, tanto.
Ogni giorno mi sorprendi, sali da sola le scale dello scivolo anche se poi ti fermi prima di scivolare giù, in cerca di aiuto.
Quando ti arrabbi, strofini le mani e vai blaterando ti-ti-ti-tu-tu-tu e sono sicura che mi ci stai mandando.
Finalmente, dopo due mesi di resistenze, prendi il "tatti", ma non hai ancora dimenticato che ti ho allattato tanto e quando puoi ti strofini con il naso addosso a me.
Cerchi di ripetere ogni parola che dico, e sei curiosa, sorridi, e fai tante smorfie e mi somigli perché ogni tanto fai la faccia furbetta e fironzoli per tutta la casa e quando siamo fuori vuoi correre, ma poi ti guardi indietro per vedere se ci sono e perché vuoi che io giochi a rincorrerti.
E poi mi chiami, "mamma", con un sorriso e un abbraccio stretto che mi fanno sciogliere come un ghiacciolo all'equatore.
Spero che la memoria mi aiuti a fissare ogni meraviglioso momento che passo con te.

lunedì 4 aprile 2011

U-vvvvv-a

M: "Come ti chiami?"
P:  "Ta-ta-nna".
M: "E papàgi come si chiama?"
P.: "Ta-nna"
M: "E mammavi come si chiama?"
P:  "U-vvv-a".

Non gli rende giustizia

"Pupetta dov'è papà?".
Manine buttate indietro a significare che non c'è e poi dito sul naso, "ssssshhh" pausa "papà" pausa "nanna".
E questo sempre, a ripetizione, per tutta la giornata.
Questo perché quando entriamo in camera a prendere qualcosa e papàgi dorme io le faccio segno di non parlare per non svegliarlo.
Però collegare buio, papàgi, nanna, ssssshhh mi sembra davvero ingiusto...Povero papàgi! Lui che era, ed è - ostinatamente - nottambulo ma per amore di pupetta si sveglia alle 7h00 quasi ogni mattina. E per lui è davvero l'alba....

martedì 22 marzo 2011

Sereno variabile

Tra le nuvole spunta un timido sole a ricordarmi che ieri è iniziata la primavera.
Guardo il cielo dalla finestra del mio ufficio, lo vedo stagliarsi tra i tetti del centro di Roma.
Penso a pupetta, mi manca tanto.
Vorrei essere a casa con lei. Ma vorrei anche lavorare meglio e di più.
Ci sono momenti in cui vorresti essere sempre da un'altra parte.

Papagi

Sabato io e pupetta abbiamo cercato di festeggiare al meglio papàgi.
Io ho preparato una torta caprese cioccolatosissima perché papàgi potesse assaggiarne un pezzettino subito dopo la mezzanotte.
La mattina pupetta è andata a svegliarlo con un bavaglino che le avevo fatto ricamare e che recitava, semplicemente, "Auguri papà".
Siamo usciti, abbiamo mangiato fuori, abbiamo passeggiato, ci siamo baciati, abbiamo parlato e riso.
E' stata una bella giornata.
Spero che papàgi abbia sentito tutto il mio amore. E quello di sua figlia.
Vorrei che il nostro amore lo avvolgesse e gli rimpiesse la vita.

Acqua permanente

"Tu attenta".
"Perché tatagi pupetta non sta bene?"
"Sì, pupetta bene. Però fever trentasei e cinggue".
"Va bene".
"No bene. No bene. Trentasei e cinggue. Lei no come noi" e si tocca le braccia "male".
"Ho capito, sto attenta".
"Bene", sorride tatagi.
Solo che io inizio a preoccuparmi.
"Ma pupetta si faceva male alle braccia?".
"No, io, io" e continua a toccarsi le braccia.
"Ma ha fatto capricci, ha pianto, cry?".
"No" pausa "no, no" pausa "come si dice. Con me no capricci".
"Allora tu attenta, capito? Perché ha trentasei e cinggue".
"Si, 35,5 ho capito".
"Acqua permanente" pausa "to came out fever".
"Grazie tata, a domani"

martedì 15 marzo 2011

Fiat tatti!

Ho quasi timore a scriverlo. Da qualche giorno, dopo due mesi di rifiuti ostinati, pupetta ha iniziato a prendere il "tatti" nel biberon.
Dadà Aka ziachicca dice che questo è il tempo giusto per dimenticare la "tetta" e fare pace con me che ho smesso di allattarla.
In questi due mesi ho provato di tutto per avvicinarla al latte, ho cambiato biberon, le ho aggiunto il cacao, ho cambiato ogni giorno biscotto. Con l'illusione di trovare la soluzione su misura per lei.
Poi è arrivata nonnaemme. E' bastato che io le dicessi, "sai mamma ogni tanto pupetta prende con tatagi una cnquantina di grammi di latte".
E nonnaemme ha fatto il resto, ha tolto il cacao, ha messo i biscottichesisciolgononellatte - gli altri non vanno bene - e inseguendola per tutta la casa è riuscita a far bere alla sua nipotina fino a 150 ml di latte.
Immaginate cosa può avermi detto nonnaemme dopo?
"Hai visto? Con me ha preso il latte. Tu le imbrogli il cibo. Pupetta vuole cose semplici", e rivolta a lei "amore di nonna, non ti preoccupare per qualche giorno ci sono io qui a prendermi cura di te".
Ma quando subentra il core de nonna, dove finisce il core de mamma?

Madre e figlia

Qual è il rapporto più intimo tra due persone?
Secondo me è quello tra madre e figlia.
Ma è anche il rapporto più difficile. Almeno per me e nonnaemme che non riusciamo a stare insieme per dieci minuti senza litigare.
Non si sa mai chi comincia, nè quale sia la causa, ma questi litigi lasciano scie che durano giorni e giorni, a volte settimane.
Eppure io adoro mia madre. La considero una donna intelligente, intuitiva, simpatica, forte, sensibile, caparbia, determinata, capace di grandi sacrifici e di enormi gesti di altruismo.
Lei però non lo sa.

mercoledì 9 marzo 2011

Proprio quell'attimo

Nonnaemme è fissata con le fotografie e con i filmini.
Foto e filmini le servono, quando ritorna in calabria, per sentire meno la nostalgia delle sue amate figlie...se, scusate, della sua adorata nipotina.
Non ci sarebbe nessun problema o quasi per questa sua mania (sorvolo sulla contrarietà di papàgi a tutto questo fotografare e filmare) se nonnaemme provvedesse da sola a compilare "dossier" sulla crescita di pupetta.
Il problema è che lei incarica il suo meraviglioso marito, nonnoeffe, di fare foto perché solo lui (in parte è vero) - sostiene nonnaemme - riesce a fare fotografie belle a pupetta e pretende che lui sia sempre pronto a fare quel clic, ma proprio quello che deve immortalare un'alzata di sopracciglia, un accenno di sorriso, unaa giravolta, un dito nel naso (non è vero la mia pupetta non si mette le mani nel naso, per ora almeno)...

Gentilezze

Ieri nella capitale sono arrivati nonnaemme e nonnoeffe.
Si fermeranno per qualche giorno, ovviamente da Dadà Aka ziachicca.
Appena arrivata nonnaemme ha cominciato a elogiarmi con frasi del tipo "ma com'è contenta di vederci, questa bimba vuole stare in compagnia, anzi vuole proprio stare con me"; "guarda come gioca serena adesso che ci sono io"; "hai visto come mangia volentieri le cose che preparo io?", "ma quanto le sono piaciuti i giochi che le ho portato", "ma che belli questi vestitini che le ho comprato" e via così fino a sera, fino a che ziaeffe - stremata al solo sentire queste carezze di nonnaemme alla sua amata sorella Aka mammavi - le ha imposto di andar via.
E nonnaemme mi ama follemente...per fortuna!

martedì 8 marzo 2011

8 marzo

Non posso non scrivere qualcosa su questa festa.
Negli anni la mia considerazione nei confronti di questa giornata è cambiata tante volte.
L'ho considerata un'ottima scusa per uscire con le amiche, salvo stancarmi presto di uscite di solo donne.
In piena fase impegnata fino a quella radical chic, l'ho rifiutata come se fosse un'offesa per le donne.
Adesso che sono mamma di una briciola di donna, penso a lei e alla donna che sarà.
In un momento in cui le mamme (s)vendono le figlie per realizzare i propri sogni, io spero di riuscire a far vivere a pupetta una vita "sana".
Spero che lei crescerà con la voglia di imparare, di conoscere, di scoprire il mondo. Spero che riuscirà a dire no nel caso avesse tentazioni che ledono la sua dignità, spero che avrà la voglia di rischiare, spero che sarà spensierata, e che abbia voglia di giocare, che impari a volare e che sia capace di stare con i piedi per terra.
Spero che abbia tanti amici sinceri, che sia sempre innamorata della vita, di un uomo, dei figli. Che sia donna, come vuole lei.

giovedì 3 marzo 2011

Dieci!

"Deci!", urla con le braccia alzate pupetta quando ascolta la canzoncina che dovrebbe aiutarla a imparare i numeri.
E' troppo carina (core de mamma) quando va lì, al suo tavolinetto, preme l'innaffiatoio blu - due volte perché sennò la canzone non parte - e parte il motivetto "cresci, cresci fiorellino e poi giù da uno fino a dieci!".

Neanche un raffreddore

"Dei figli non si dimentica neanche un raffreddore".
E' stata questa la lapidaria risposta che un mio amico mi h dato qualche mese dopo che io gli avevo augurato di "poter dimenticare presto tutto", riferendomi a un problema che aveva avuto con il suo secondogenito.
E ogni volta che la mia pupetta ha anche solo un raffreddore questa frase mi torna in mente.
Un po' di febbre, un arrossamento che ieri sera la faceva strillare e piangere con lacrime gigantesche, e il mio cuore si fa piccolo, piccolo.

martedì 1 marzo 2011

Non è come sembra -2-

Davvero il parco non fa per me. E mi dispiace.
E' vero, devo sforzarmi di non metterle vestitini con le balze ché magari così può muoversi con più facilità.
Devo cercare di sorridere alle altre mamme pensando che anche loro, come me, vogliono solo far divertire i loro bimbi.
Devo cercare di essere un po' simpatica, d'altronde in genere io sono simpatica.
E io mi sforzo.
Poi arrivo al parco, vedo che pupetta sta giocando con un bimbo. In realtà stanno parlando le tate - pilipine - tra di loro. C'è anche la mamma del bimbo, offro le frappe (a Roma le chiacchiere di carnevale si chiamano così), mi sorride, le sorrido. Ok, oggi è un altro giorno, penso.
E invece faccio in tempo a girare la testa mentre un bimbo - o era una bimba? aveva i capelli lunghi biondi, ma i lineamenti di un bambino - comincia a lanciare giocattoli in aria con violenza.
Qualcuno potrebbe chiedermi, ma che forza poteva mai avere il lancio di quel bimbo? Magari per me poca, rispondo, ma per due bimbi quindicimesenni tanta.
E allora gli intimo di smettere. "Ma c'è la tua mamma? Che dice la tua mamma?"
"Sono con nonna, eccola", risponde lui.
Mi giro, un donnone con gonna rossa e maglione di lana giallo canarino, barba e baffi da fare invidia a Vittorio Emanuele II - senza cappotto nonostante il freddo - mi guardava con aria truce dal fondo di una sedia di plastica bianca, alla prova della forza di gravità.
"Salve", sorrido io accennando ciao con la manina. In un nanosecondo mi viene in mente che devo essere gentile con lei, potrebbe far male alla mia bimba nei prossimi giorni. "Il bimbo sta tirando...", non finisco neanche la frase. "Pupetta su, amore di mamma, andiamo a casa, fa freddo".
"Tao, tao, a mani", dice lei mentre muove la manina.

Come due fidanzatini

Pupetta si è appropriata del lettone.
Sì, lo sappiamo che c'è una scuola di pensiero molto accreditata per la quale i bambini non devono ASSOLUTAMENTE stare nel lettone. Ma io e papàgi siamo felicissimi di avere la nostra pupetta con noi.
Solo che lei se ne approfitta. Vuole starci sempre.
E noi per stare un po' insieme dobbiamo andare sul divano...proprio come due fidanzatini!

giovedì 24 febbraio 2011

Non è come sembra

Io ho dei problemi con il parco.
Coraggiosamente, faccio questa confessione.
Sono sempre entusiasta all'idea di portate pupetta al parco in modo che possa vedere gli altri bambini, magari iniziare a giocare con loro e utilizzare i giochi in comune.
Poi arrivo lì, comincio a vedere queste mamme perfettissime che si buttano a terra, che si rotolano con i loro figli e che hanno 8.000 domande da farti e 10.000 cose da dirti prima che tu abbia aperto bocca, e divento una iena.

Una domenica, a Bari, in visita dai nonni grazie a un mio impegno di lavoro.
Parco vicino con bambini per lo più travestiti di carnevale.
La mia pupetta comincia a inseguire i piccioni, cammina bene, spedita. Io sono una mamma contenta, poi pupetta inizia a puntare i piedini, a camminare sulle punte, lei, che non lo ha mai fatto.
E io: "pupetta, ma chi ti insegna a camminare così, la tata? Non devi farlo più".
Neanche fossi una di quelle mamme snob che passano del tempo con i propri figli per sbaglio...

lunedì 21 febbraio 2011

Il tempo emigra

"..io quando ho amato, ho amato dentro gli occhi suoi, magari anche fra le sue gambe, ma ho sempre pianto per la sua felicità..."
Questa sì che era poesia, non quella canzone che ha vinto sanremo e che è stata applaudita come una delle più belle canzoni degli ultimi 20 anni.
Sanremo è al passo con la situazione del paese, dalla scelta del presentatore alle veline-stelline-vallette. Salvo Paolo e Luca che saranno vecchi, come me, quando pupetta leggerà questo blog.
Io Sanremo non l'ho visto neanche quest'anno. Non so se fra qualche anno pupetta vorrà vederlo, se le interesserà guardare i vestiti, ascoltare le canzoni più orecchiabilie e se vorrà sdraiarsi sul divano sgraniocchiando patatine mentre guarda quel palcoscenico pieno di luci e lustrini.
Per ora passa la linea mia, noi siamo quella metà degli italiani che Sanremo non lo guarda. Siamo (il padre no) in quella metà di italiani che non lo vota (lei per età) e siamo in quella metà degli italiani (io soltanto) che vorrebbe vedere qualcosa cambiare. Anzi, io vorrei fare qualcosa perché le cose cambino.
Perché adesso più che mai vorrei fare qualcosa per consegnare a mia figlia un mondo migliore. O almeno l'insegnamento che si deve agire se si vuole ottenere qualcosa.
Per questo ho deciso di partire da cose semplici: se pupetta cade deve alzarsi da sola, deve mangiare da sola, deve bere da sola. Ha 15 mesi e mezzo...forse è ancora piccola. Sicuramente è troppo piccola. Ma per prendere in mano la propria vita non è mai troppo presto.

lunedì 14 febbraio 2011

Perché noi no

"Non c'è bisogno che io le scriva alcunché, quella di ieri era solo un pretesto per fare una manifestazione contro il premier, l'unico modo che la sinistra conosce per far sentire la sua voce, un po' di rumore perché non sanno cosa dire, il solito vecchio modo di tentare di aizzare la piazza per sperare di avere qualcosa in più alle elezioni perché loro, le elezioni non sanno vincerle".
E' questa in sintesi la posizione di papàgi sulla manifestazione di ieri delle donne per affermare la propria dignità, per chiedere che non sia calpestata continuamente dalla cronaca politica che ci regala quotidianamente immagini di compravendita del corpo femminile.
Un po' dubbiosa sulla manifestazione lo sono stata anch'io sin da subito. E' l'idea di una manifestazione delle donne che non mi è piaciuta dall'inizio. Perché penso che bisognerebbe scendere in piazza tutti, tutti quelli che non vogliono un paese in cui ci si occupa solo dei problemi del premier, e non si fa niente per salvaguardare i lavoratori della Fiat, e delle altre aziende (spesso eccellenze del tessuto imprenditoriale italiano) che - nel silenzio - stanno passando di anno in anno nelle mani di stranieri. Vorrei che si scendesse in  piazza, ripeto ancora tutti, per dire basta alla politica decisa a tavolino, per dire basta anche a chi sa solo "essere contro" e soprattutto per manifestare la vergogna per avere come capo di governo un uomo che si va vantando in tutto il mondo del suo machismo e che tratta le donne come merce reperibile.
Papàgi su tutto questo non è d'accordo. Va ripetendo che ognuno a casa sua fa quello vuole, che lui è il sultano e può fare quello che vuole e che non ci dovrebbe proprio essere il diritto a manifestare.
Stamattina gli ho detto di scrivere una bella letterina a pupetta per spiegarle i motivi per cui non ha voluto che la portassi alla manifestazione di ieri. Non credo che la farà, forse già domani si spegnerà l'eco della manifestazione e quindi anche nella nostra casa non se ne parlerà più.
Al di là delle mie più profonde convinzioni sull'opportunità di una manifestazione di donne per le donne, mi ha emozionato vedere le foto delle piazze nelle quali si sono mescolati colori, età, nazionalità, professioni, ceti sociali. Negli occhi di chi c'era ho letto la voglia di riprendere nelle mani proprie mani il proprio destino, ma soprattutto quelle dei figli e per riprendere in mano questo il destino di un Paese. Per dire basta alla rassegnazione e al tutto è lecito.
Io vorrei che la mia pupetta si volesse bene. Vorrei che credesse in se stessa, nelle sue opportunità, nella possibilità di poter ottenere quello che vuole per realizzarsi ma con sacrificio. Vorrei che avesse rispetto per sé, per la sua vita, per i suoi ideali, per i suoi sogni. E vorrei che il suo modello non fossero veline, schedine, meteorine e simili. Vorrei che fosse bella, come ziaeffe, ma come ziaeffe vorrei che la sua bellezza fosse solo un'aggiunta alla sua intelligenza, al suo impegno, alla sua sensibilità.
Sì, mi piacerebbe tanto che pupetta somigliasse a ziaeffe, una donna bellissima, un medico preparato e attento, una sorella stupenda, una zia premurosa, una figlia meravigliosa.
Spero che tu non avrai bisogno di andare in piazza a urlare la tua rabbia, anche se spero che lo farai se ce ne sarà bisogno.
Spero che somiglierai a te stessa, pupetta, e che sarai una donna come tu vorrai.

Noi no

Io e pupetta non c'eravamo ieri alla manifestazione per dire basta a un governo che non governa e che, fra le tante cose, ha un premier che dileggia le donne.
Non c'eravamo perché papàgi non voleva che sua figlia andasse a quella manifestazione.
Non c'eravamo perché papàgi, convinto, lavora per quel premier.
Non c'eravamo perché, secondo papàgi, i bimbi non devono essere portati coattamente alle manifestazioni.
Non c'eravamo perché, sempre secondo papàgi, la politica è una cosa che pupetta - se proprio vorrà - è una cosa alla quale dovrà pensare da sola quando sarà adulta.
Non c'eravamo, cerca di convincersi mammavi, perché c'erano nonnaemme e nonnoeffe in visita. Ma questa scusa non basta a mammavi per giustificarsi di non esserci stata.

venerdì 11 febbraio 2011

Ma sempre dopo?

Ho cambiato pupetta alle 6h00, alle 6h15, alle 6h30, alle 7h00, alle 7h10, poi bsata perché devo uscire per andare a lavorare.
Ma perché lei fa la cacca sempre 5 minuti dopo che l'ho cambiata?
E' una congiura?
E' una legge di Murphy che non conoscevo?
Bastava dirlo...quindi, a qualsiasi ora io decida di cambiarla, lei mi farà sempre lo scherzo di sporcarsi immediatamente dopo.
Grazie davvero.
Adesso che lo so, mi sento meglio.

mercoledì 9 febbraio 2011

proprio a Forlì

"Io ho una zia che sta a Forlì, che quando va a ballare con la mano fa così", è questa la nuova canzone che ama farsi cantare pupetta, seguono movimenti i mano, piedi, testa e qualcosa inventata al momento.
In questi giorni pupetta sta cercando di ripetere le parole delle canzoni che le piacciono. In verità riesce a dire solo le finali delle parole, quanto al ritmo si capisce che l'impegno c'è però il risultato non sempre è eccellente.
Sta crescendo pupetta, anche se da un po' di giorni sono un po' preoccupata per il fatto che rifiuta il latte dal biberon. Niente, rifiuto netto. Ta-tti, ta-tti appena vede la bottiglia ma poi si gira dall'altra parte quando cerco di fargliene bere un po'. Non funziona neanche il latte in tazza, a mo' di zuppetta con biscotti e cacao.
Adesso ho comprato un nuovo biberon, con la speranza che la novità la invogli.
Il colmo è che io per i primi 4 anni della mia vita ho bevuto solo latte, o meglio ero convinta di bere solo latte perché in realtà mi madre lo aggrediva (e imbastardiva, si può dire) con carne, uova e tutto quello che le passava per le mente come alimento necessario a nutrire la sua primogenita.
Meglio che io non dica cosa penso di questo metodo.
A mia figlia spero di evitarlo. E pensare che mia madre, sì proprio lei, quella del "mettotuttonelbiberondellattetantoleinonseneaccorge", mi rimprovera sempre di confondere pupetta con gli alimenti perché mescolo i sapori. Trova azzardato il mio tentativo di farle mangiare riso con ricotta e spinaci. Invece lei che mi metteva i fegatini nel latte mi ha aiutato a raffinare il gusto...

venerdì 4 febbraio 2011

Il condizionale è più sicuro

Mammavi-Capo: mammavi mi ricordi cosa devo dire in riunione?
Mammavi: C'è questa cosa, bisogna lavorarci, credo che ne avremo un po' nei prossimi giorni.
Capo parla in riunione e poi torna.

C: Il direttore ha detto di sì, lavoriamoci
M: Ok
C: Mammavi sto chiamando quelli, che devo chiedere?
M: Devi chiedere se è vero

C telefona a quelli.

C: Mammavi mi sa che ce 'sta 'a notizia. Scrivi.
M: Te l'avevo detto. per quando lo vuoi?
C: Quanno te pare, pure per le tre.

Sono le 12h19 e C sta coreggendo il pezzo di mammavi.

C: Te metto un po' de condizionali.
M: Perché sennò ci chiamano subito?
C: Direi...
M: Vabbè ma così me lo ammazzi. Mettimeli dopo i condizionali. L'attacco lasciamelo così.

L'attacco è rimasto come lo aveva scritto mammavi, ma in tutto il pezzo non c'era neanche un verbo al presente indicativo. Non c'è stata nessuna telefonata e intanto la storia si fa ogni giorno più interessante (per quelle 20 persone che la seguono).
Come dice un amico di mammavi, sempre meglio un condizionale che un congiuntivo.

La matematica è un'opinione

Allora pupetta, contiamo.
"Uno" e ci siamo.
"Due" e ci siamo.
"Tre"...no amore quello è cinque.
Pupetta riesce a contare fino a due con le dita, ma quando cerca di indicare il tre, apre tutta la mano...voilà il cinque.
"Batti cinque pupetta"...e sì, in questo sei bravissima.

mercoledì 2 febbraio 2011

l'antipatia delle mamme

Mi è capitato spesso di leggere in rete che l'Italia non è un paese per mamme. In genere sono soprattutto gli uomini che, una volta sputo che sei in atteda di un pargolo o che hai avuto un pargolo, ti trattano diversamente.
Per esempio con te parlando solo della gravidanza e poi del pupo o della pupa.
Non è piacevole, non sempre, essere considerate solo per la sfera "mamma", ma da un uomo te lo aspetti.
Da una donna invece no.
Qualche giorno fa mi chiama una collega:
-Mammavi come stai? Ti volevo segnalare che domani c'è questo evento con tizio, caio e sempronio. Sarà presentato questo e questo.
-Bene, lo metto in agenda.
-Te ne occupi tu?
-Vediamo, non so dirtelo ora.
-Ho provato a chiamarti ieri sera, ma non mi hai risposto.
-Dopo le 7h00 (p.m.) ho un'ora di guerra che comprende bagnetto-pigiama-pappa. non posso rispondere al telefono.
-Ma che mi dici? Non sarai mica una di quelle mamme che portano in giro il pupo dappertutto?Che si prendono tutto il marciapiede con il passeggino?Che hanno intasato le strade con i passeggini nei giorni dei saldi e che ti calpestano i piedi (sempre con il passeggino) senza neanche chiederti scusa?
-No, figurati. Io evito i posti affollati quando posso (e le persone sensibili come te, quando è possibile)

martedì 1 febbraio 2011

Latte e i suoi derivati

E' passata poco più di una settimana da quando ho smesso di allattare pupetta.
Ogni mattina penso di aver fatto la scelta giusta, ogni sera penso di aver commesso un grande errore, che avrei potuto anche aspettare qualche altra settimana.
E'  inevitabile, mi manca quello speciale contatto che avevo con pupetta quando l'allattavo. Dopo tutti gli sforzi che ho fatto per allattarla in modo esclusivo, credo che se fosse dipeso da me l'avrei allattata a oltranza.
Ma poi mammavi razionale si ripete anche che ormai il suo latte non era più nutriente e che pupetta ha bisogno del latte vaccino.
Il problema in verità è proprio questo: pupetta rifiuta il biberon.
Ta-tte, ta-tte, ta-tte dice quando vede il latte in bottiglia e allora mammavi chiede: pupetta lo vuoi il latte? Nooo, risponde con lei girando il viso in modo che nessuno possa equivocare quello che ha detto.
E quindi sono giorni e giorni che invece del latte, pupetta mangia solo i suoi derivati. Le nonne e la bisnonna rassicurano mammavi che prima o poi pupetta si arrenderà e berrà tanto latte, ma prima deve dimenticare quello buono - anzi buonissimo - della mamma.

venerdì 28 gennaio 2011

Sonno, questo sconosciuto

"Tu dormi poco. Sei stanca, vero? Anzi sei distrutta, vero?".
Nonnaemme mi ripete continuamente queste parole come se a importasse perdere un po' di sonno. Va bene togliamo il "po'", visto che da quando è nata pupetta non ha mai fatto una nottata senza svegliarsi almeno tre volte (sottolineo almeno). Ma se c'è una cosa che proprio non sopporto è quando mi chiedono se sono stanca, se sono "distrutta", se è vero che non ce la faccio più. Ma stiamo scherzando? Un po' di sonno rispetto alla felicità che mi regala pupetta?
Certo gli effetti di questa perdita continua di sonno si fanno sentire.
Dopo neanche un mese (era il 27 dicembre), ho dimenticato di prendere le chiavi della redazione e sono arrivata quando gli addetti alle pulizie erano già andati via (ma se gironzolano sempre fino a tardi in genere...ovviamente quando servono vanno via prima...) e quindi ho cominciato a chiamare le segretarie (che arrivano dopo di me) e poi il mio capo a milano e poi il mio capo a roma (che viene poco di me e anche lei senza chiavi) con il risultato che insieme poi abbiamo aspettato sulle scale (non siamo neanche andate e a prenderci un caffè per via di una temperatura polare) l'uncia segretaria che non avevo chiamato e che si è allarmata trovandosi davanti un comitato accoglienza che sembrava un plotone d'eecuzione.
Per fortuna mi sono evitata una lavata di testa dal mio capo che proprio quel giorno viveva una gloria personale dovuta a uno scoop "mondiale" (americano per la precisione)...e considerato che di scoop non se ne fanno tanti, posso dire serenamente che "mi ha detto bene".

Poco dopo essere riuscita a entrare, sono andata a una conferenza stampa che - fortunatamente - è durata poco più di 20 minuti. Un miracolo considerato che i rappresentanti delle associazioni dei consumatori che partecipavano all'incontro avrebbero potuto sequestrare la stampa per l'intera mattinata. A loro piace molto sentirsi parlare.
Quando sono tornata (dopo aver incontrato in un'ora e mezza tre persone - tra cui il mio medico - e aver bevuto un tè, un tè al latte e un cappuccino) vengo intercettata (telefonicamente) dal mio dir che mi chiede se "quello" ha risposto a "quella" domanda perché lui (il mio dir) proprio "quella" risposta stava aspettando. E io rispondo che no, proprio a "quella" non ha voluto rispondere, perché - dico - credo che "quello" scontro fosse stato un po' forzato, certo ci saranno stati dei motivi per cui l'abbiamo forzato, però sempre una c.g...a di pezzo era. ma tu mi segui nel ragionamento, mi chiede. io rispondo sì (purtroppo, penso) e allora se mi segui hai capito che dobbiamo scrivere? sss. clic.
Tutta colpa del sonno perso.

mercoledì 26 gennaio 2011

E se facessi un passo indietro?

E se facessi un passo indietro?
Questo ho ripetutamente pensato ieri sera mentre correvo dietro a pupetta che girava per casa, muovendo il dito e dicendo "no, no, no", "no, no, no" alle mie richieste di farle fare la nanna.
Le ho fatto vedere i cartoni animati, le ho letto delle favolette e abbiamo giocato con i colori. Poi l'ho sollecitata a far fare la nanna a Topo(lino), e mentre la tenevo in braccio non solo ha voluto Popo, ma anche Mini (Minnie) e Nini (Winnie) - che poi vai a distinguere chi chiamava, per fortuna li indicava - e a un certo punto ero sommersa dai tre pupazzi che pupetta schiacciava contro il mio naso.
Ma non è bastato, non sono servite tutte le ninnenanna che mi sono venute in mente (sono ricorsa al repertorio scout), sono state assolutamente inutili tutte le musichine dei vari carillon che ieri ho chiamato tutti a raccolta. E' voluta andare sul lettone e poi ha iniziato a chiamarmi piangendo, urlando, disperandosi. Nel frattempo era arrivato papàgi e allora il mio pensiero è diventato una domanda a lui, una richiesta di aiuto: sei sicuro che non vogliamo fare un passo indietro e magari continuo ad allattarla ancora un po'?
Perché io davvero il pianto di pupetta non lo reggo proprio...e poi manca anche a me quel meraviglioso contatto tutto nostro.
Alla fine ho resistito. Spero di non dovermene pentire.

lunedì 24 gennaio 2011

Dovevo smettere, ma così no

Avevo immaginato un week end con tante cose da fare, passeggiate, shopping, cucina, amici e invece bummete sabato mattina cielo nero e freddo e sabato pomeriggio bammete pressione a 60 e influenza intestinale. Non solo quindi sono rimasta intrappolata a casa con febbre stando abbracciata a uno dei servizi meno nobili della mia dimora, ma ho dovuto prendere una decisione della quale non sono ancora pienamente consapevole: ho dovuto smettere di allattare pupetta.
Lo so, ogni volta che dicevo questa frase "io ancora allatto", ci mancava solo che mi si tirassero pomodori e verdura di ogni genere e i commenti del tipo "vuoi allattarla fino alla maturità" si sprecavano. Sapevo che dovevo smettere, che era arrivato il momento di procedere allo svezzamento completo, come lo chiama papàgi. Ma non volevo che avvenisse così. Anche se poi ci penso e mi dico che se non fossi stata costretta a smettere forse avrei allattato pupetta almeno fino alla materna.
E invece è finita, così, all'improvviso. Certo il percorso di affrancamento è ancora lungo. Penso che ci vorrà qualche giorno prima che pupetta si abitui a non avere il suo ciuccio di notte.
In queste ultime due notti hanno dovuto faticare parecchio papàgi e ziaeffe per far dormire pupetta senza il suo ciuccio, e per farla dormire l'hanno dovuta prima cullare in braccio e poi farla dormire sulle loro spalle!
Sono sicura che mi mancherà tantissimo quel contatto con pupetta.
Ma continuare ad allattare pupetta a mammavi adesso sembrava solo una forma di egoismo.

venerdì 21 gennaio 2011

Pasta frolla? Nooo

Pupetta ha 14 mesi pieni. Mammavi pensa che sia arrivato il momento di cominciare a farle svolgere qualche attività che la avvicini sempre più al mondo dei grandi.
E siccome mammavi ama cucinare, per lei questo significa iniziare pupetta alla preparazione dei dolci.
Durante il periodo natalizio pupetta ha collaborato alla preparazione di vari tipi di ciambellone, non sempre riuscitissimi, cercando di far girare la frusta nella coppa. In realtà la cosa che le veniva meglio era sollevare la frusta  e spargere il contenuto fluido e mellifluo della ciotola sui suoi vestiti.
Mammavi era comunque soddisfatta perché si era convinta che la sua adorata pupetta fosse ormai indirizzata verso un certo tipo di interesse.
Qualche giorno fa, pur sapendo che per i biscotti è ancora presto, mammavi ha voluto tentare l'esperimento pasta frolla. Ha messo il burro in una ciotola e ha spiegato a pupetta che avrebbero dovuto impastare.
Pupetta voleva vedere cosa ci fosse nella ciotola e voleva toccare.
Bene, ha pensato mammavi, ci siamo, pupetta vuole impastare. E invece appena ha toccato il burro, pupetta le ha mostrato la mano facendole segno che mammavi doveva pulirla. E alle ripetute domande, pupetta vuoi fare la torta? Nooo, nooo, nooo...Pupetta ma tu lo sai cosa vuol dire no? Non è che vuoi dire sì? Nooo.
E' proprio figlia di suo padre.

giovedì 20 gennaio 2011

Cercando l'acuto

"Da-tti, daaaaa-ttttttiiiii, da-ti, daaaaaa-tttttiiiiiiiiii". E' questa la versione di batti, batti le manine secondo pupetta. In genere le piace canticchiare questo allegro motivetto la mattina verso le sei, al primo cambio di pannolino. Da un paio di giorni, da quando cioè credo che abbia assorbito la successione tatabi-tatagi e anche la "fuga" dei nonni.
La fine delle vacanze, per nonnaemme e nonnoeffe, è stata un po' traumatica per pupetta. Si è ritrovata da sola, per un bel po' di ore, con tatagi che dice poche parole in italiano e parla in inglese. Ma pupetta la conosceva da appena una settimana...e quindi ha fatto taaaaaaaaaaaaaaanti capricci. A cominciare dai pianti disperati della mattina quando mammavi la lascia tra le braccia di papàgi per andare a lavorare. E poi niente merenda, niente sonno, niente bagnetto, niente camminare, niente cena...si rifiutava di fare qualsiasi cosa, soprattutto quando a casa c'era mammavi.
Adesso che canta le cose sembrano andare meglio. Certo mammavi ha paura a dirlo, e anche a scriverlo...speriamo che non debba mordersi la lingua e le dita per aver solo pensato che la tempesta fosse passata! Però c'è una luce che brilla all'orizzonte, pupetta gira per casa camminando spesso anche senza l'andatura "mani in alto, questa è una rapina" e ieri ha fatto pace con l'acqua lasciando che mammavi le facesse il bagnetto e soprattutto i capelli. Per fortuna...i capelli dopo tre giorni di mancato shampoo erano diventati un gomitolo castano con lenticchie, briciole di torta paradiso, biscotti vari, frutta, yogurt e formaggini. Mancava un po' d'acegto balsamico per profumare e l'insalata mista sarebbe stata pronta da servire!

lunedì 17 gennaio 2011

mammavi, aria fresca

Questo blog è troppo serio, troppo compito.
Ho immaginato questo diario virtuale per pupetta perché mi piacerebbe lasciarle diari e ricordi un po' dappertutto in modo che, quando sarà grande potrà ricostruire la sua prima infanzia su tanti tanti appunti di mammai sparsi qui e là.
Ma rileggendomi mi rendo conto che questo diario rappresenta sì una parte intima di me, ma dice poco di come sono davvero. E allora da oggi si cambia, o almeno ci provo. E anche le cose che racconterò (lo so che non mi legge nessuno, d'altronde se nessuno sa dell'esistenza di questo blog...), avranno "un altro taglio".
Un altro taglio...mammavi è una giornalista. Mica il "taglio" vi aveva tratto in inganno e pensavate già che mammavi fosse una sarta?! No, mi spiace, la sottoscritta, solo quando è strettamente necessario, sa mettere un bottone. Badate bene che di questo non mi vanto, ma tant'è...e mica si può saper fare tutto?! (questo è uno dei principi della mia vita e vale in particolare per le cose che non amo fare).
Spalancate le finestre a questo sole, immaginate che sia primavera (ma non ci sperate troppo, pare sia in arrivo la solita ondata di gelo) e respirate aria fresca!
Buona giornata a tutti
mammavi

venerdì 14 gennaio 2011

tatagi

é quasi finita la seconda settimana di tatagi.
Mammavi e soprattutto papàgi pensano che lei sia brava in casa e con pupetta. Mammavi però ancora non vuole pronunciarsi definitivamente perché pensa che la fregatura sia proprio lì dietro l'angolo pronta a manifestarsi.
Per pupetta questa che si avvia al we è stata una settimana di grandi cambiamenti. Ormai si era abituata ad avere intorno tanta gente, nonni e zii che giravano intorno a lei tutto il giorno cercando di insegnarle tutte le canzoni per bimbi conosciute e meno conosciute, assecondando ogni minimo capriccio e tenendola quasi sempre in braccio.
Lunedì pupetta si è ritrovata per un bel po' di ore (inevitabilmente) con tatagi che parla pilipino e inglese e biascica qualche parola in italiano.
Le sarà mancata quell'uragano di tatabi? Lei che la faceva giocare tutto il giorno, lei che le aveva insegnato già a tirare calci a una palla, che ha cercato di insegnarle a camminare...ci dispiace che tu sia andata via tatabi, ma era inevitabile.
Adesso pupetta sta con tatagi, la cerca, anche se quando mammavi torna dal lavoro le si attacca in modo eccessivo, non mangia la sera e mostra fastidio nel fare anche il bagnetto. Bisogna avera pazienza e aspettare che in casa si trovi un nuovo equilibrio.
Forza tatagi, metticela tutta, ci piaci.

martedì 11 gennaio 2011

ogni giorno una sorpresa

Ogni post potrebbe avere questo titolo.
Ogni giorno, davvero, pupetta è una sorpresa. Durante tutto il periodo festivo in cui è stata circondata da una maggiore presenza di mammavi e papàgi, dai nonni e da ziaeffe, pupetta ha imparato tantissime cose.
Con ziaeffe è diventata sempre più brava a ballare e a muovere le dita-tipo-ombre-cinesi, con nonnaemme e nonnoeffe si è finalmente avviata a braccia aperte verso il mondo.
Mammavi ha anche scoperto che pupetta conosce i versi di alcuni animali. Saà merito di tutte le volte che le ha cantato "la vecchia fattoria", o della nuova fattoria che le hanno regalato? Questo resterà un mistero... però per adesso sappiamo che il cane fa bà-bà, il gatto maaaaaa, la pecora meeeeeee, la mucca muuuuuu, la rana crrrrrrrrrrrrr. Mammavi ha iniziato a lavorare su asino, pulcino, gallo, gallina e uccellini.
Mammavi si è inoltre definitivamente convinta che pupetta è mooooooolto tecnologica. Come papàgi, ma forse anche di più. Cellulari e telecomandi sono stati la sua passione sin da piccolissima. E non è servito regalarle telecomandi e cellulari giocattolo, no, lei ha sempre preferito e scelto quelli veri! Ma qualche giorno fa con il cellulare ha davvero colto di sorpresa mammavi. Pupetta stava armeggiando con le diverse suonerie, ma quando è arrivata proprio a quella che usa mammavi, si è girata verso di lei offrendole il telefono, per porgerglielo in modo da poter rispondere...e a mammavi, tanto per cambiare copione, è scappata una lacrima di orgoglio e commozione.

venerdì 7 gennaio 2011

Dadà

Dadà!!!
Sembrerebbe questa la scelta di pupetta per chiamare ziaeffe.
La zia non ne è particolarmente felice, ma almeno la supernipotina così la individua. Dopo essere riuscita a pronunciare (a suo modo, of course) parole tipo biscotto, bagnetto, banana senza mai rivolgersi a lei in nessun modo, dopo averla chiamata a più riprese nonna, adesso finalmente ziaeffe ha un codice di accesso tutto suo.
Anche perché in questi giorni di vacanza (per chi non si sa, a parte i nonni, lavoriamo tutti) ziaeffe non è stata un giorno senza vedere la sua nipotina che proprio in questi giorni (e quindi grazie a loro, secondo l'interpretazione oggettiva di nonnaemme) ha acquisito molta autonomia e ora partecipa molto attivamente alla vita della famiglia.
Pupetta cammina da sola, ora il dito d'appoggio non lo vuole proprio più. Ma vuole anche mangiare da sola così come bere, lavarsi i denti e pettinarsi...con effetti devastanti per lei e per la casa: capelli, vestiti, pavimenti e mura raccontano di pappe che ogni giorno si avvicinano sempre di più a quelle degli adulti!

martedì 4 gennaio 2011

a braccia aperte

Da qualche giorno non cerchi più il mio dito per camminare. Ti lanci con le braccia aperte verso la tua meta e io mi emoziono.
E' vero, mi emoziono per ogni cosa che fai. Però questo tuo modo gioioso di buttarti verso il mondo mi emoziona di più.
Sono giorno che penso a cosa augurarti per questo anno appena iniziato.
Alcune cose scontate e intime non mi sento neanche di scriverle qui, su questo blog segreto, su questo spazio per ora solo per me.
Spero che questo 2011 sia per te un anno ancora di scoperte, un viaggio verso l'autonomia di azioni e di parole. Un viaggio che spero affronterai con lo stesso entusiasmo con cui spalanchi le braccia adesso che nonnaemme ti dice di venire di verso di me per portarmi pupo (cubo) o babbu (piccolo babbo natale).
Dovrai staccarti dal mio seno. Anche per me sarà difficile, ma è un altro passaggio necessario per la tua crescita.
In alcuni giorni mi sembri così grande...prendi il pettine per pettinarmi e pettinarti, mi vuoi spalmare la crema e lavarti i dentini. Mi hai persino aiutato a preparare una torta ieri...
Auguri di un luminoso 2011, amore mio.
la tua mamma

lunedì 3 gennaio 2011

con l'anima in riserva

Oggi è arrivata pilipina.
Papàgi e nonnaemme dicono che sa quello che fa.
Pupetta si è subito lanciata verso di lei. Forse ha capito è lei la sostituta della tata che è stata con noi fino a poco prima di Natale...e ha deciso che se la deve far piacere per forza.
Pipilina è mamma, anche se il suo bimbo è lontano, è piccolinà, esile e ha un sorriso dolce. Quel tanto che può rassicurare mammavi che se ne è andata via da casa stamattina con "l'anima in riserva e il cuore che non parte".
Non parla l'italiano, speriamo che possa capire le esigenze della nanerottola. Speriamo che le si affezioni abbastanza da farla giocare e distrarla durante il tempo che starà lontana da mammavi e papàgi.