martedì 22 marzo 2011

Sereno variabile

Tra le nuvole spunta un timido sole a ricordarmi che ieri è iniziata la primavera.
Guardo il cielo dalla finestra del mio ufficio, lo vedo stagliarsi tra i tetti del centro di Roma.
Penso a pupetta, mi manca tanto.
Vorrei essere a casa con lei. Ma vorrei anche lavorare meglio e di più.
Ci sono momenti in cui vorresti essere sempre da un'altra parte.

Papagi

Sabato io e pupetta abbiamo cercato di festeggiare al meglio papàgi.
Io ho preparato una torta caprese cioccolatosissima perché papàgi potesse assaggiarne un pezzettino subito dopo la mezzanotte.
La mattina pupetta è andata a svegliarlo con un bavaglino che le avevo fatto ricamare e che recitava, semplicemente, "Auguri papà".
Siamo usciti, abbiamo mangiato fuori, abbiamo passeggiato, ci siamo baciati, abbiamo parlato e riso.
E' stata una bella giornata.
Spero che papàgi abbia sentito tutto il mio amore. E quello di sua figlia.
Vorrei che il nostro amore lo avvolgesse e gli rimpiesse la vita.

Acqua permanente

"Tu attenta".
"Perché tatagi pupetta non sta bene?"
"Sì, pupetta bene. Però fever trentasei e cinggue".
"Va bene".
"No bene. No bene. Trentasei e cinggue. Lei no come noi" e si tocca le braccia "male".
"Ho capito, sto attenta".
"Bene", sorride tatagi.
Solo che io inizio a preoccuparmi.
"Ma pupetta si faceva male alle braccia?".
"No, io, io" e continua a toccarsi le braccia.
"Ma ha fatto capricci, ha pianto, cry?".
"No" pausa "no, no" pausa "come si dice. Con me no capricci".
"Allora tu attenta, capito? Perché ha trentasei e cinggue".
"Si, 35,5 ho capito".
"Acqua permanente" pausa "to came out fever".
"Grazie tata, a domani"

martedì 15 marzo 2011

Fiat tatti!

Ho quasi timore a scriverlo. Da qualche giorno, dopo due mesi di rifiuti ostinati, pupetta ha iniziato a prendere il "tatti" nel biberon.
Dadà Aka ziachicca dice che questo è il tempo giusto per dimenticare la "tetta" e fare pace con me che ho smesso di allattarla.
In questi due mesi ho provato di tutto per avvicinarla al latte, ho cambiato biberon, le ho aggiunto il cacao, ho cambiato ogni giorno biscotto. Con l'illusione di trovare la soluzione su misura per lei.
Poi è arrivata nonnaemme. E' bastato che io le dicessi, "sai mamma ogni tanto pupetta prende con tatagi una cnquantina di grammi di latte".
E nonnaemme ha fatto il resto, ha tolto il cacao, ha messo i biscottichesisciolgononellatte - gli altri non vanno bene - e inseguendola per tutta la casa è riuscita a far bere alla sua nipotina fino a 150 ml di latte.
Immaginate cosa può avermi detto nonnaemme dopo?
"Hai visto? Con me ha preso il latte. Tu le imbrogli il cibo. Pupetta vuole cose semplici", e rivolta a lei "amore di nonna, non ti preoccupare per qualche giorno ci sono io qui a prendermi cura di te".
Ma quando subentra il core de nonna, dove finisce il core de mamma?

Madre e figlia

Qual è il rapporto più intimo tra due persone?
Secondo me è quello tra madre e figlia.
Ma è anche il rapporto più difficile. Almeno per me e nonnaemme che non riusciamo a stare insieme per dieci minuti senza litigare.
Non si sa mai chi comincia, nè quale sia la causa, ma questi litigi lasciano scie che durano giorni e giorni, a volte settimane.
Eppure io adoro mia madre. La considero una donna intelligente, intuitiva, simpatica, forte, sensibile, caparbia, determinata, capace di grandi sacrifici e di enormi gesti di altruismo.
Lei però non lo sa.

mercoledì 9 marzo 2011

Proprio quell'attimo

Nonnaemme è fissata con le fotografie e con i filmini.
Foto e filmini le servono, quando ritorna in calabria, per sentire meno la nostalgia delle sue amate figlie...se, scusate, della sua adorata nipotina.
Non ci sarebbe nessun problema o quasi per questa sua mania (sorvolo sulla contrarietà di papàgi a tutto questo fotografare e filmare) se nonnaemme provvedesse da sola a compilare "dossier" sulla crescita di pupetta.
Il problema è che lei incarica il suo meraviglioso marito, nonnoeffe, di fare foto perché solo lui (in parte è vero) - sostiene nonnaemme - riesce a fare fotografie belle a pupetta e pretende che lui sia sempre pronto a fare quel clic, ma proprio quello che deve immortalare un'alzata di sopracciglia, un accenno di sorriso, unaa giravolta, un dito nel naso (non è vero la mia pupetta non si mette le mani nel naso, per ora almeno)...

Gentilezze

Ieri nella capitale sono arrivati nonnaemme e nonnoeffe.
Si fermeranno per qualche giorno, ovviamente da Dadà Aka ziachicca.
Appena arrivata nonnaemme ha cominciato a elogiarmi con frasi del tipo "ma com'è contenta di vederci, questa bimba vuole stare in compagnia, anzi vuole proprio stare con me"; "guarda come gioca serena adesso che ci sono io"; "hai visto come mangia volentieri le cose che preparo io?", "ma quanto le sono piaciuti i giochi che le ho portato", "ma che belli questi vestitini che le ho comprato" e via così fino a sera, fino a che ziaeffe - stremata al solo sentire queste carezze di nonnaemme alla sua amata sorella Aka mammavi - le ha imposto di andar via.
E nonnaemme mi ama follemente...per fortuna!

martedì 8 marzo 2011

8 marzo

Non posso non scrivere qualcosa su questa festa.
Negli anni la mia considerazione nei confronti di questa giornata è cambiata tante volte.
L'ho considerata un'ottima scusa per uscire con le amiche, salvo stancarmi presto di uscite di solo donne.
In piena fase impegnata fino a quella radical chic, l'ho rifiutata come se fosse un'offesa per le donne.
Adesso che sono mamma di una briciola di donna, penso a lei e alla donna che sarà.
In un momento in cui le mamme (s)vendono le figlie per realizzare i propri sogni, io spero di riuscire a far vivere a pupetta una vita "sana".
Spero che lei crescerà con la voglia di imparare, di conoscere, di scoprire il mondo. Spero che riuscirà a dire no nel caso avesse tentazioni che ledono la sua dignità, spero che avrà la voglia di rischiare, spero che sarà spensierata, e che abbia voglia di giocare, che impari a volare e che sia capace di stare con i piedi per terra.
Spero che abbia tanti amici sinceri, che sia sempre innamorata della vita, di un uomo, dei figli. Che sia donna, come vuole lei.

giovedì 3 marzo 2011

Dieci!

"Deci!", urla con le braccia alzate pupetta quando ascolta la canzoncina che dovrebbe aiutarla a imparare i numeri.
E' troppo carina (core de mamma) quando va lì, al suo tavolinetto, preme l'innaffiatoio blu - due volte perché sennò la canzone non parte - e parte il motivetto "cresci, cresci fiorellino e poi giù da uno fino a dieci!".

Neanche un raffreddore

"Dei figli non si dimentica neanche un raffreddore".
E' stata questa la lapidaria risposta che un mio amico mi h dato qualche mese dopo che io gli avevo augurato di "poter dimenticare presto tutto", riferendomi a un problema che aveva avuto con il suo secondogenito.
E ogni volta che la mia pupetta ha anche solo un raffreddore questa frase mi torna in mente.
Un po' di febbre, un arrossamento che ieri sera la faceva strillare e piangere con lacrime gigantesche, e il mio cuore si fa piccolo, piccolo.

martedì 1 marzo 2011

Non è come sembra -2-

Davvero il parco non fa per me. E mi dispiace.
E' vero, devo sforzarmi di non metterle vestitini con le balze ché magari così può muoversi con più facilità.
Devo cercare di sorridere alle altre mamme pensando che anche loro, come me, vogliono solo far divertire i loro bimbi.
Devo cercare di essere un po' simpatica, d'altronde in genere io sono simpatica.
E io mi sforzo.
Poi arrivo al parco, vedo che pupetta sta giocando con un bimbo. In realtà stanno parlando le tate - pilipine - tra di loro. C'è anche la mamma del bimbo, offro le frappe (a Roma le chiacchiere di carnevale si chiamano così), mi sorride, le sorrido. Ok, oggi è un altro giorno, penso.
E invece faccio in tempo a girare la testa mentre un bimbo - o era una bimba? aveva i capelli lunghi biondi, ma i lineamenti di un bambino - comincia a lanciare giocattoli in aria con violenza.
Qualcuno potrebbe chiedermi, ma che forza poteva mai avere il lancio di quel bimbo? Magari per me poca, rispondo, ma per due bimbi quindicimesenni tanta.
E allora gli intimo di smettere. "Ma c'è la tua mamma? Che dice la tua mamma?"
"Sono con nonna, eccola", risponde lui.
Mi giro, un donnone con gonna rossa e maglione di lana giallo canarino, barba e baffi da fare invidia a Vittorio Emanuele II - senza cappotto nonostante il freddo - mi guardava con aria truce dal fondo di una sedia di plastica bianca, alla prova della forza di gravità.
"Salve", sorrido io accennando ciao con la manina. In un nanosecondo mi viene in mente che devo essere gentile con lei, potrebbe far male alla mia bimba nei prossimi giorni. "Il bimbo sta tirando...", non finisco neanche la frase. "Pupetta su, amore di mamma, andiamo a casa, fa freddo".
"Tao, tao, a mani", dice lei mentre muove la manina.

Come due fidanzatini

Pupetta si è appropriata del lettone.
Sì, lo sappiamo che c'è una scuola di pensiero molto accreditata per la quale i bambini non devono ASSOLUTAMENTE stare nel lettone. Ma io e papàgi siamo felicissimi di avere la nostra pupetta con noi.
Solo che lei se ne approfitta. Vuole starci sempre.
E noi per stare un po' insieme dobbiamo andare sul divano...proprio come due fidanzatini!