martedì 1 marzo 2011

Non è come sembra -2-

Davvero il parco non fa per me. E mi dispiace.
E' vero, devo sforzarmi di non metterle vestitini con le balze ché magari così può muoversi con più facilità.
Devo cercare di sorridere alle altre mamme pensando che anche loro, come me, vogliono solo far divertire i loro bimbi.
Devo cercare di essere un po' simpatica, d'altronde in genere io sono simpatica.
E io mi sforzo.
Poi arrivo al parco, vedo che pupetta sta giocando con un bimbo. In realtà stanno parlando le tate - pilipine - tra di loro. C'è anche la mamma del bimbo, offro le frappe (a Roma le chiacchiere di carnevale si chiamano così), mi sorride, le sorrido. Ok, oggi è un altro giorno, penso.
E invece faccio in tempo a girare la testa mentre un bimbo - o era una bimba? aveva i capelli lunghi biondi, ma i lineamenti di un bambino - comincia a lanciare giocattoli in aria con violenza.
Qualcuno potrebbe chiedermi, ma che forza poteva mai avere il lancio di quel bimbo? Magari per me poca, rispondo, ma per due bimbi quindicimesenni tanta.
E allora gli intimo di smettere. "Ma c'è la tua mamma? Che dice la tua mamma?"
"Sono con nonna, eccola", risponde lui.
Mi giro, un donnone con gonna rossa e maglione di lana giallo canarino, barba e baffi da fare invidia a Vittorio Emanuele II - senza cappotto nonostante il freddo - mi guardava con aria truce dal fondo di una sedia di plastica bianca, alla prova della forza di gravità.
"Salve", sorrido io accennando ciao con la manina. In un nanosecondo mi viene in mente che devo essere gentile con lei, potrebbe far male alla mia bimba nei prossimi giorni. "Il bimbo sta tirando...", non finisco neanche la frase. "Pupetta su, amore di mamma, andiamo a casa, fa freddo".
"Tao, tao, a mani", dice lei mentre muove la manina.

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