giovedì 24 febbraio 2011

Non è come sembra

Io ho dei problemi con il parco.
Coraggiosamente, faccio questa confessione.
Sono sempre entusiasta all'idea di portate pupetta al parco in modo che possa vedere gli altri bambini, magari iniziare a giocare con loro e utilizzare i giochi in comune.
Poi arrivo lì, comincio a vedere queste mamme perfettissime che si buttano a terra, che si rotolano con i loro figli e che hanno 8.000 domande da farti e 10.000 cose da dirti prima che tu abbia aperto bocca, e divento una iena.

Una domenica, a Bari, in visita dai nonni grazie a un mio impegno di lavoro.
Parco vicino con bambini per lo più travestiti di carnevale.
La mia pupetta comincia a inseguire i piccioni, cammina bene, spedita. Io sono una mamma contenta, poi pupetta inizia a puntare i piedini, a camminare sulle punte, lei, che non lo ha mai fatto.
E io: "pupetta, ma chi ti insegna a camminare così, la tata? Non devi farlo più".
Neanche fossi una di quelle mamme snob che passano del tempo con i propri figli per sbaglio...

lunedì 21 febbraio 2011

Il tempo emigra

"..io quando ho amato, ho amato dentro gli occhi suoi, magari anche fra le sue gambe, ma ho sempre pianto per la sua felicità..."
Questa sì che era poesia, non quella canzone che ha vinto sanremo e che è stata applaudita come una delle più belle canzoni degli ultimi 20 anni.
Sanremo è al passo con la situazione del paese, dalla scelta del presentatore alle veline-stelline-vallette. Salvo Paolo e Luca che saranno vecchi, come me, quando pupetta leggerà questo blog.
Io Sanremo non l'ho visto neanche quest'anno. Non so se fra qualche anno pupetta vorrà vederlo, se le interesserà guardare i vestiti, ascoltare le canzoni più orecchiabilie e se vorrà sdraiarsi sul divano sgraniocchiando patatine mentre guarda quel palcoscenico pieno di luci e lustrini.
Per ora passa la linea mia, noi siamo quella metà degli italiani che Sanremo non lo guarda. Siamo (il padre no) in quella metà di italiani che non lo vota (lei per età) e siamo in quella metà degli italiani (io soltanto) che vorrebbe vedere qualcosa cambiare. Anzi, io vorrei fare qualcosa perché le cose cambino.
Perché adesso più che mai vorrei fare qualcosa per consegnare a mia figlia un mondo migliore. O almeno l'insegnamento che si deve agire se si vuole ottenere qualcosa.
Per questo ho deciso di partire da cose semplici: se pupetta cade deve alzarsi da sola, deve mangiare da sola, deve bere da sola. Ha 15 mesi e mezzo...forse è ancora piccola. Sicuramente è troppo piccola. Ma per prendere in mano la propria vita non è mai troppo presto.

lunedì 14 febbraio 2011

Perché noi no

"Non c'è bisogno che io le scriva alcunché, quella di ieri era solo un pretesto per fare una manifestazione contro il premier, l'unico modo che la sinistra conosce per far sentire la sua voce, un po' di rumore perché non sanno cosa dire, il solito vecchio modo di tentare di aizzare la piazza per sperare di avere qualcosa in più alle elezioni perché loro, le elezioni non sanno vincerle".
E' questa in sintesi la posizione di papàgi sulla manifestazione di ieri delle donne per affermare la propria dignità, per chiedere che non sia calpestata continuamente dalla cronaca politica che ci regala quotidianamente immagini di compravendita del corpo femminile.
Un po' dubbiosa sulla manifestazione lo sono stata anch'io sin da subito. E' l'idea di una manifestazione delle donne che non mi è piaciuta dall'inizio. Perché penso che bisognerebbe scendere in piazza tutti, tutti quelli che non vogliono un paese in cui ci si occupa solo dei problemi del premier, e non si fa niente per salvaguardare i lavoratori della Fiat, e delle altre aziende (spesso eccellenze del tessuto imprenditoriale italiano) che - nel silenzio - stanno passando di anno in anno nelle mani di stranieri. Vorrei che si scendesse in  piazza, ripeto ancora tutti, per dire basta alla politica decisa a tavolino, per dire basta anche a chi sa solo "essere contro" e soprattutto per manifestare la vergogna per avere come capo di governo un uomo che si va vantando in tutto il mondo del suo machismo e che tratta le donne come merce reperibile.
Papàgi su tutto questo non è d'accordo. Va ripetendo che ognuno a casa sua fa quello vuole, che lui è il sultano e può fare quello che vuole e che non ci dovrebbe proprio essere il diritto a manifestare.
Stamattina gli ho detto di scrivere una bella letterina a pupetta per spiegarle i motivi per cui non ha voluto che la portassi alla manifestazione di ieri. Non credo che la farà, forse già domani si spegnerà l'eco della manifestazione e quindi anche nella nostra casa non se ne parlerà più.
Al di là delle mie più profonde convinzioni sull'opportunità di una manifestazione di donne per le donne, mi ha emozionato vedere le foto delle piazze nelle quali si sono mescolati colori, età, nazionalità, professioni, ceti sociali. Negli occhi di chi c'era ho letto la voglia di riprendere nelle mani proprie mani il proprio destino, ma soprattutto quelle dei figli e per riprendere in mano questo il destino di un Paese. Per dire basta alla rassegnazione e al tutto è lecito.
Io vorrei che la mia pupetta si volesse bene. Vorrei che credesse in se stessa, nelle sue opportunità, nella possibilità di poter ottenere quello che vuole per realizzarsi ma con sacrificio. Vorrei che avesse rispetto per sé, per la sua vita, per i suoi ideali, per i suoi sogni. E vorrei che il suo modello non fossero veline, schedine, meteorine e simili. Vorrei che fosse bella, come ziaeffe, ma come ziaeffe vorrei che la sua bellezza fosse solo un'aggiunta alla sua intelligenza, al suo impegno, alla sua sensibilità.
Sì, mi piacerebbe tanto che pupetta somigliasse a ziaeffe, una donna bellissima, un medico preparato e attento, una sorella stupenda, una zia premurosa, una figlia meravigliosa.
Spero che tu non avrai bisogno di andare in piazza a urlare la tua rabbia, anche se spero che lo farai se ce ne sarà bisogno.
Spero che somiglierai a te stessa, pupetta, e che sarai una donna come tu vorrai.

Noi no

Io e pupetta non c'eravamo ieri alla manifestazione per dire basta a un governo che non governa e che, fra le tante cose, ha un premier che dileggia le donne.
Non c'eravamo perché papàgi non voleva che sua figlia andasse a quella manifestazione.
Non c'eravamo perché papàgi, convinto, lavora per quel premier.
Non c'eravamo perché, secondo papàgi, i bimbi non devono essere portati coattamente alle manifestazioni.
Non c'eravamo perché, sempre secondo papàgi, la politica è una cosa che pupetta - se proprio vorrà - è una cosa alla quale dovrà pensare da sola quando sarà adulta.
Non c'eravamo, cerca di convincersi mammavi, perché c'erano nonnaemme e nonnoeffe in visita. Ma questa scusa non basta a mammavi per giustificarsi di non esserci stata.

venerdì 11 febbraio 2011

Ma sempre dopo?

Ho cambiato pupetta alle 6h00, alle 6h15, alle 6h30, alle 7h00, alle 7h10, poi bsata perché devo uscire per andare a lavorare.
Ma perché lei fa la cacca sempre 5 minuti dopo che l'ho cambiata?
E' una congiura?
E' una legge di Murphy che non conoscevo?
Bastava dirlo...quindi, a qualsiasi ora io decida di cambiarla, lei mi farà sempre lo scherzo di sporcarsi immediatamente dopo.
Grazie davvero.
Adesso che lo so, mi sento meglio.

mercoledì 9 febbraio 2011

proprio a Forlì

"Io ho una zia che sta a Forlì, che quando va a ballare con la mano fa così", è questa la nuova canzone che ama farsi cantare pupetta, seguono movimenti i mano, piedi, testa e qualcosa inventata al momento.
In questi giorni pupetta sta cercando di ripetere le parole delle canzoni che le piacciono. In verità riesce a dire solo le finali delle parole, quanto al ritmo si capisce che l'impegno c'è però il risultato non sempre è eccellente.
Sta crescendo pupetta, anche se da un po' di giorni sono un po' preoccupata per il fatto che rifiuta il latte dal biberon. Niente, rifiuto netto. Ta-tti, ta-tti appena vede la bottiglia ma poi si gira dall'altra parte quando cerco di fargliene bere un po'. Non funziona neanche il latte in tazza, a mo' di zuppetta con biscotti e cacao.
Adesso ho comprato un nuovo biberon, con la speranza che la novità la invogli.
Il colmo è che io per i primi 4 anni della mia vita ho bevuto solo latte, o meglio ero convinta di bere solo latte perché in realtà mi madre lo aggrediva (e imbastardiva, si può dire) con carne, uova e tutto quello che le passava per le mente come alimento necessario a nutrire la sua primogenita.
Meglio che io non dica cosa penso di questo metodo.
A mia figlia spero di evitarlo. E pensare che mia madre, sì proprio lei, quella del "mettotuttonelbiberondellattetantoleinonseneaccorge", mi rimprovera sempre di confondere pupetta con gli alimenti perché mescolo i sapori. Trova azzardato il mio tentativo di farle mangiare riso con ricotta e spinaci. Invece lei che mi metteva i fegatini nel latte mi ha aiutato a raffinare il gusto...

venerdì 4 febbraio 2011

Il condizionale è più sicuro

Mammavi-Capo: mammavi mi ricordi cosa devo dire in riunione?
Mammavi: C'è questa cosa, bisogna lavorarci, credo che ne avremo un po' nei prossimi giorni.
Capo parla in riunione e poi torna.

C: Il direttore ha detto di sì, lavoriamoci
M: Ok
C: Mammavi sto chiamando quelli, che devo chiedere?
M: Devi chiedere se è vero

C telefona a quelli.

C: Mammavi mi sa che ce 'sta 'a notizia. Scrivi.
M: Te l'avevo detto. per quando lo vuoi?
C: Quanno te pare, pure per le tre.

Sono le 12h19 e C sta coreggendo il pezzo di mammavi.

C: Te metto un po' de condizionali.
M: Perché sennò ci chiamano subito?
C: Direi...
M: Vabbè ma così me lo ammazzi. Mettimeli dopo i condizionali. L'attacco lasciamelo così.

L'attacco è rimasto come lo aveva scritto mammavi, ma in tutto il pezzo non c'era neanche un verbo al presente indicativo. Non c'è stata nessuna telefonata e intanto la storia si fa ogni giorno più interessante (per quelle 20 persone che la seguono).
Come dice un amico di mammavi, sempre meglio un condizionale che un congiuntivo.

La matematica è un'opinione

Allora pupetta, contiamo.
"Uno" e ci siamo.
"Due" e ci siamo.
"Tre"...no amore quello è cinque.
Pupetta riesce a contare fino a due con le dita, ma quando cerca di indicare il tre, apre tutta la mano...voilà il cinque.
"Batti cinque pupetta"...e sì, in questo sei bravissima.

mercoledì 2 febbraio 2011

l'antipatia delle mamme

Mi è capitato spesso di leggere in rete che l'Italia non è un paese per mamme. In genere sono soprattutto gli uomini che, una volta sputo che sei in atteda di un pargolo o che hai avuto un pargolo, ti trattano diversamente.
Per esempio con te parlando solo della gravidanza e poi del pupo o della pupa.
Non è piacevole, non sempre, essere considerate solo per la sfera "mamma", ma da un uomo te lo aspetti.
Da una donna invece no.
Qualche giorno fa mi chiama una collega:
-Mammavi come stai? Ti volevo segnalare che domani c'è questo evento con tizio, caio e sempronio. Sarà presentato questo e questo.
-Bene, lo metto in agenda.
-Te ne occupi tu?
-Vediamo, non so dirtelo ora.
-Ho provato a chiamarti ieri sera, ma non mi hai risposto.
-Dopo le 7h00 (p.m.) ho un'ora di guerra che comprende bagnetto-pigiama-pappa. non posso rispondere al telefono.
-Ma che mi dici? Non sarai mica una di quelle mamme che portano in giro il pupo dappertutto?Che si prendono tutto il marciapiede con il passeggino?Che hanno intasato le strade con i passeggini nei giorni dei saldi e che ti calpestano i piedi (sempre con il passeggino) senza neanche chiederti scusa?
-No, figurati. Io evito i posti affollati quando posso (e le persone sensibili come te, quando è possibile)

martedì 1 febbraio 2011

Latte e i suoi derivati

E' passata poco più di una settimana da quando ho smesso di allattare pupetta.
Ogni mattina penso di aver fatto la scelta giusta, ogni sera penso di aver commesso un grande errore, che avrei potuto anche aspettare qualche altra settimana.
E'  inevitabile, mi manca quello speciale contatto che avevo con pupetta quando l'allattavo. Dopo tutti gli sforzi che ho fatto per allattarla in modo esclusivo, credo che se fosse dipeso da me l'avrei allattata a oltranza.
Ma poi mammavi razionale si ripete anche che ormai il suo latte non era più nutriente e che pupetta ha bisogno del latte vaccino.
Il problema in verità è proprio questo: pupetta rifiuta il biberon.
Ta-tte, ta-tte, ta-tte dice quando vede il latte in bottiglia e allora mammavi chiede: pupetta lo vuoi il latte? Nooo, risponde con lei girando il viso in modo che nessuno possa equivocare quello che ha detto.
E quindi sono giorni e giorni che invece del latte, pupetta mangia solo i suoi derivati. Le nonne e la bisnonna rassicurano mammavi che prima o poi pupetta si arrenderà e berrà tanto latte, ma prima deve dimenticare quello buono - anzi buonissimo - della mamma.