lunedì 21 febbraio 2011

Il tempo emigra

"..io quando ho amato, ho amato dentro gli occhi suoi, magari anche fra le sue gambe, ma ho sempre pianto per la sua felicità..."
Questa sì che era poesia, non quella canzone che ha vinto sanremo e che è stata applaudita come una delle più belle canzoni degli ultimi 20 anni.
Sanremo è al passo con la situazione del paese, dalla scelta del presentatore alle veline-stelline-vallette. Salvo Paolo e Luca che saranno vecchi, come me, quando pupetta leggerà questo blog.
Io Sanremo non l'ho visto neanche quest'anno. Non so se fra qualche anno pupetta vorrà vederlo, se le interesserà guardare i vestiti, ascoltare le canzoni più orecchiabilie e se vorrà sdraiarsi sul divano sgraniocchiando patatine mentre guarda quel palcoscenico pieno di luci e lustrini.
Per ora passa la linea mia, noi siamo quella metà degli italiani che Sanremo non lo guarda. Siamo (il padre no) in quella metà di italiani che non lo vota (lei per età) e siamo in quella metà degli italiani (io soltanto) che vorrebbe vedere qualcosa cambiare. Anzi, io vorrei fare qualcosa perché le cose cambino.
Perché adesso più che mai vorrei fare qualcosa per consegnare a mia figlia un mondo migliore. O almeno l'insegnamento che si deve agire se si vuole ottenere qualcosa.
Per questo ho deciso di partire da cose semplici: se pupetta cade deve alzarsi da sola, deve mangiare da sola, deve bere da sola. Ha 15 mesi e mezzo...forse è ancora piccola. Sicuramente è troppo piccola. Ma per prendere in mano la propria vita non è mai troppo presto.

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