venerdì 28 gennaio 2011

Sonno, questo sconosciuto

"Tu dormi poco. Sei stanca, vero? Anzi sei distrutta, vero?".
Nonnaemme mi ripete continuamente queste parole come se a importasse perdere un po' di sonno. Va bene togliamo il "po'", visto che da quando è nata pupetta non ha mai fatto una nottata senza svegliarsi almeno tre volte (sottolineo almeno). Ma se c'è una cosa che proprio non sopporto è quando mi chiedono se sono stanca, se sono "distrutta", se è vero che non ce la faccio più. Ma stiamo scherzando? Un po' di sonno rispetto alla felicità che mi regala pupetta?
Certo gli effetti di questa perdita continua di sonno si fanno sentire.
Dopo neanche un mese (era il 27 dicembre), ho dimenticato di prendere le chiavi della redazione e sono arrivata quando gli addetti alle pulizie erano già andati via (ma se gironzolano sempre fino a tardi in genere...ovviamente quando servono vanno via prima...) e quindi ho cominciato a chiamare le segretarie (che arrivano dopo di me) e poi il mio capo a milano e poi il mio capo a roma (che viene poco di me e anche lei senza chiavi) con il risultato che insieme poi abbiamo aspettato sulle scale (non siamo neanche andate e a prenderci un caffè per via di una temperatura polare) l'uncia segretaria che non avevo chiamato e che si è allarmata trovandosi davanti un comitato accoglienza che sembrava un plotone d'eecuzione.
Per fortuna mi sono evitata una lavata di testa dal mio capo che proprio quel giorno viveva una gloria personale dovuta a uno scoop "mondiale" (americano per la precisione)...e considerato che di scoop non se ne fanno tanti, posso dire serenamente che "mi ha detto bene".

Poco dopo essere riuscita a entrare, sono andata a una conferenza stampa che - fortunatamente - è durata poco più di 20 minuti. Un miracolo considerato che i rappresentanti delle associazioni dei consumatori che partecipavano all'incontro avrebbero potuto sequestrare la stampa per l'intera mattinata. A loro piace molto sentirsi parlare.
Quando sono tornata (dopo aver incontrato in un'ora e mezza tre persone - tra cui il mio medico - e aver bevuto un tè, un tè al latte e un cappuccino) vengo intercettata (telefonicamente) dal mio dir che mi chiede se "quello" ha risposto a "quella" domanda perché lui (il mio dir) proprio "quella" risposta stava aspettando. E io rispondo che no, proprio a "quella" non ha voluto rispondere, perché - dico - credo che "quello" scontro fosse stato un po' forzato, certo ci saranno stati dei motivi per cui l'abbiamo forzato, però sempre una c.g...a di pezzo era. ma tu mi segui nel ragionamento, mi chiede. io rispondo sì (purtroppo, penso) e allora se mi segui hai capito che dobbiamo scrivere? sss. clic.
Tutta colpa del sonno perso.

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