venerdì 24 giugno 2011

You are not even here

Questo verso chiude una poesia che ho letto oggi.
Mi ha colpito, tu non sei nemmeno qui. Mi viene da ripeterla, continuamente.
Ma non so a chi mi sto rivolgendo.
In questi giorni mi sto sforzando di mantenere la calma, di non cedere ai nervi. Ma vorrei partire. Mi sento soffocare. Mi sembra di non riuscire a decidere niente della mia vita. Neanche quando dormire.
Mi manca casa mia. La chiamo ancora così casa dei miei genitori, casa mia.
Mi manca il mio paese. Vivo a Roma da molti anni, quasi metà della mia vita l'ho passata lontana da casa ormai.
Eppure è da qualche giorno che la mia mente torna alla mia infanzia, anzi alla mia adolescenza. A quella febbre di vivere che ci prendeva quando arrivava la primavera e poi scoppiava con la chiusura della scuola e i primi giorni a mare.
Poi arrivavano i nostri amici dalle città, accompagnati dai genitori a casa dei nonni per le vacanze estive.
Il Paese si popolava, le passeggiate, i sorrisi, i gelati, le ciliegie raccolte mentre si facevano le corse in bici.
E poi il motorino, gli inseguimenti sulla strada del mare.
Il sole che ti brucia il viso.
Addormentarsi con la speranza che il giorno successivo avrebbe regalato nuove sorprese.
You are not even here.
Forse è rivolta proprio a me.

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